Livorno-Parma 0-3. Quarto ko di fila. Salvezza un miraggio? Striscione contro Spinelli (assente)

Le alternative sono Domenico Di Carlo o Malesani. La squadra chiude il girone d’andata con appena 13 punti frutto di 3 vittorie, 4 pareggi e ben 12 sconfitte, 4 i ko di fila

di RICCARDO CAMPOPIANO E SIMONE PANIZZI

come di consueto trovate il link alla fotogallery (servizio di Andrea Trifiletti) in fondo all’articolo

LA CRONACA

LE INTERVISTE

IL FACCIA A FACCIA TIFOSI-GIOCATORI

RISULTATI E CLASSIFICA 

Difficile commentare questa partita. O meglio, sarebbe anche fin troppo facile dire che questo è il Livorno che siamo abituati a vedere però un paio di considerazioni vanno fatte. La prima è che il Parma ha vinto la partita tirando in porta tre volte forse quattro trovando tre reti . Il Livorno di occasioni ne ha avute almeno il doppio ma non è mai riuscito a gonfiare la rete. Detto questo bisogna ammettere tutti i limiti di una squadra che oggettivamente più di così proprio non può fare. Nicola le ha provate davvero tutte cambiando più volte lo schema (la prima sostituzione addirittura dopo venti minuti). Se Parma doveva dare un’idea su cosa serviva al Livorno, probabilmente non ci poteva essere prestazione “migliore”. Se Perotti e Capozucca non tireranno fuori il classico coniglio dal cilindro, il rischio è di fare anche peggio del Pescara.

Nicola in bilico – Dopo la sconfitta, il presidente Spinelli ha parlato di un Nicola in confusione e non sorprenderebbe, alla luce di questa frase, che seguisse un cambio di panchina. “Decideranno Capozucca e Perotti”, ha aggiunto il patron amaranto con un “qualcosa comunque si deve fare”. In queste ore il nome più papabile è quello di Zanetti, Sergio, fratello dell’interista Javier, attuale tecnico della Primavera del Livorno. L’alternativa è Domenico Di Carlo che già avrebbe gradito la panchina amaranto dopo la scoppola di Verona. L’ex mister del Chievo è stato giocatore del Livorno nella stagione 2000/01. Oppure Malesani.

Spinelli contestato – Il presidente lo aveva detto: “A Livorno non metterò più piede”, ed è stato di parola. La sua poltrona è rimasta vuota. I tifosi invece si sono comportati come se lui fosse presente. Lo striscione: “Se il centenario in A non ci fai festeggiare, da Livorno te ne devi andare. Frugati” è eloquente. Così come i continui cori che “invitavano” il patron a cambiare aria. Gettare la croce addosso al presidente forse non è giusto ma però i tifosi hanno ragione quando gli dicono che deve mettere mano al portafogli. Vedremo quale sarà la risposta di Spinelli, anche se possiamo immaginare il copione: “Non ci sono soldi, dobbiamo prima vendere”.

Come a Firenze – Nicola ha riproposto lo stesso schieramento visto a Firenze cambiando, per forza maggiore, gli interpreti. A destra non c’è Schiattarella ma Piccini (molto buona la sua prova) mentre in difesa Emerson prende il posto di Valentini. A differenza della partita del Franchi però gli amaranto sono più propositivi e non aspettano che il Parma si faccia avanti per colpire. Peccato che a punire per primo siano gli ospiti con Palladino dopo neanche 120 secondi. La reazione c’è, però ogni volta non è possibile dover sempre star a inseguire.

L’assedio e la beffa – Nella ripresa si assiste all’inevitabile pressione degli amaranto. Il Parma si chiude nella propria metà campo e il Livorno sembra poter colpire da un momento all’altro. Siligardi prima e Piccini poi però trovano sempre la pronta respinta di Mirante. Che si fa trovare pronto anche su una bordata di Emerson. Sembra di assistere al solito copione: Luci e compagni arrivano bene in area ma poi manca sempre il colpo del ko. Passano i minuti e il Livorno inevitabilmente si spegne. Si scatena Amauri che in sette minuti (85’ e 92’) chiude definitivamente i giochi. Finisce con i tifosi che fischiano copiosamente Spinelli. Per gli amaranto solo applausi. Più di così con questa squadra non si può fare.

Il tabellino

Livorno: Bardi, Ceccherini, Rinaudo, Emerson, Piccini (75’ Emeghara), Benassi, Luci, Biagianti (24’ Siligardi), Mbaye (62’ Duncan), Greco, Paulinho. A disp: Anania, Aldegani, Valentini, Gemiti, Lambrughi, Mosquera, Belingheri, Borja. All. Nicola

Parma: Mirante, Rosi, Mendes, Lucarelli, Gobbi, Acquah (75’ Gargano), Marchionni, Parolo, Biagiany (68’ Sansone), Palladino (82’ Paletta), Amauri. A disp: Bajza, Coric, Felipe, Kone, Mesbah, Mauri, Obi, Munari, Cassano. All. Donadoni

Arbitro: Irrati di Pistoia

Rete: 1’ Palladino, 85’ Amauri, 92’ Amauri (r)

Note: angoli 6-6, ammoniti Lucarelli, Mbaye, recupero 1’ + 4’, spettatori 9.039

Bardi 6: neanche il tempo di scaldarsi che è già chino a raccogliere il pallone in rete. Inoperoso per i restanti minuti di gara, salva nel finale su Parolo prima della doppietta di Amauri.

Rinaudo 6,5 (Uomo Partita QuiLivorno): strano trovarsi a indicare un difensore come migliore in campo dopo una sconfitta per tre a zero. La verità è che sbaglia poco o niente, anzi di testa e di piede ne prende parecchie. Limita Amauri, e dalle sua parti non passa spiffero. Abbandonato alla deriva nei dieci minuti finali, quando rimane un abisso tra mediana e difesa.

Emerson 5,5: a disagio da difensore puro, entra con calma nel ruolo. Sente molto la pressione del risultato che non arriva, e a volte sembra condizionato da questo. Solito bolide da 40 metri, per poco non replica il gol al Torino. Ingenuo sul rigore.

Ceccherini 6,5: solita sicurezza, legno giovane ma resistente a cui aggrapparsi nella tempesta. Esce a testa alta dal campo.

Piccini 6: errore piuttosto evidente sul gol del Parma, stringe troppo al centro e perde di vista Palladino. Si riscatta con una gara di spinta e furore agonistico, in cui sfiora anche il gol di testa (75′ Emeghara 5,5: entra e dopo cinque minuti la squadra si spegne, può far poco).

Benassi 6: non conferma le buone impressioni di Firenze, ma è una giornata no per tutti. Qualche lampo lo regala comunque, segno che la materia grigia c’è.

Luci 5,5: altro giocatore che vive sulla propria pelle il momento no della squadra. Una miriade di passaggi sbagliati, una gara senza capo né coda.

Biagianti 5: non è lui il capro espiatorio, perché è tutta la squadra a iniziare narcotizzata. Ma vaga per il campo senza costrutto (24′ Siligardi 5,5: entra a freddo o quasi, e infatti prima dell’intervallo di lui si ricordano solo un paio di spunti. Meglio a inizio ripresa: calcia debole da dentro l’area, poi trova Piccini che spreca).

Mbaye 5: irritante, ma la colpa è di chi continua a schierarlo a sinistra. Non trova mai la profondità e perde sempre il tempo per crossare. Ma lì c’è solo lui? (62′ Duncan 5,5: sulla corsia mancina in un quarto d’ora fa più del compagno che rileva. Una volta passato in mediana sbaglia troppo).

Greco 5,5: solito discorso: mezzi e piedi per spaccare la partita, ma si accende a intervalli irregolari come le lucciole.

Paulinho 5,5: poche chance di colpire, ma quando ha qualche mezza palla buona sceglie soluzioni personali e improbabili.

All. Nicola 5,5: discorso vecchio come il mondo. La squadra è quella che è, le scelte molto limitate e il tasso tecnico inferiore alla maggior parte delle squadre di A. Non convince, e qui entriamo nel suo campo, l’approccio molle alla gara e lo smarrimento visto per buona parte del primo tempo.

 

PARMA

Mirante 6,5: un paio di parate sono fortunate, perché viene centrato dagli avversari. Però mette la punta del guanto su Emerson e infonde sicurezza a tutta la difesa.

Rosi 6: cavallo da distanze lunghe, sul breve soffre ma senza sbracare.

Mendes 6,5: altra buona prova del giovane centrale portoghese, preciso e pulito negli interventi. Guadagna il rigore del tris.

Lucarelli 7: sarà che giocava in casa, ma sfodera una prestazione eccezionale. Non concede quasi niente, chiude ogni possibile diagonale.

Gobbi 5,5: della difesa gialloblù è il meno convincente, perde nel confronto con Piccini.

Acquah 6,5: premessa, ha nel dna un innato stimolo a crear confusione. Però si sbatte in lungo e largo, nel primo tempo è tra i migliori dei suoi (75′ Gargano 6: minuti importanti nella fase chiave del match).

Marchionni 6: regista basso inventato da Donadoni, ritmi bassi ma giro palla efficace.

Parolo 6: non il Parolo straripante di inizio campionato, ma ha i mezzi per imporsi sulla mediana amaranto.

Biabiany 6,5: inizia con l’assist a Palladino, poi punge di continuo la difesa di casa che trova con difficoltà le misure per limitarlo (68′ Sansone 5,5: entra senza mordente, spreca un paio di ripartenze).

Palladino 6,5: esecuzione al volo perfetta sul cross di Biabiany, prova il bis ma sfiora solamente il palo. Cala con il passare dei minuti, ma il più ormai era fatto (82′ Paletta sv).

Amauri 7: sfiora la classica sufficienza senza infamia e senza lode per 85′, poi in sette minuti piazza la doppietta. Al posto giusto nell’azione del due a zero, preciso sul rigore.

All. Donadoni 6,5: buon Parma, padrone del gioco nella prima mezzora e fortunato a trovare subito il vantaggio. La squadra ha una propria identità e anche mezzi tecnici importanti in alcuni suoi elementi. Il tre a zero finale è pesante ed esagerato, ma sostanzialmente non ha rubato niente.

 

 

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