Lenny: “Che gioia vincere proprio a Livorno, ma credo di aver chiuso la mia esperienza”

Nella sua testa c’è ancora la strepitosa vittoria ottenuta ai punti contro il francese Ismael El Massoudi che gli ha consentito di vincere il titolo intercontinentale Ibf dei pesi superwelter. Lenny Bottai ha combattuto con il cuore e la grinta che lo hanno sempre contraddistinto. Se poi a bordo ring hai due fratelli come i due Igor (Nencioni e Protti) allora tutto diventa ancora più suggestivo e non ti puoi permettere di non vincere.

Che tipo di match è stato? Te l’aspettavi così difficile?
“Sì, avevo una tremenda paura di questo match. Al di là del valore indubbio di chiunque riesca a diventare campione mondiale, Ismael è il tipo di boxer che non mi si addice e può rischiare di farmi perdere la bussola. Se trovo uno che fa la battaglia ordinata, vinco o perdo, ma so che mi esprimo nelle mie qualità. Il fatto di essere disordinato e sfuggente mi tormentava. Ma sono felice di aver trovato la chiave, anche grazie ai suggerimenti ricevuti dal mio angolo”.

Che voto dai al tuo incontro e a quello del tuo avversario?
“Al mio non lo do per una ragione ovvia. A quello del mio avversario 9, si pensava non riuscisse a fare quello che ha fatto per troppe riprese, invece fino alla fine ha portato a termine il suo programma”.

Quanto ha inciso il fatto di lottare davanti al pubblico di casa?
“Per me molto. Lontano da Livorno non sarei lo stesso. Quando sei in difficoltà e senti la tua gente che ti avvolge nel tifo, capisci cosa significa.”

A chi dedichi questa vittoria?
“A chi ha creduto in me e mi ha sostenuto. Chi ha reso possibile questa ennesima soddisfazione e insieme a me se l’è presa. Poi soprattutto alla mia compagna, a lei dedico tutta la mia carriera, senza lei nulla sarebbe stato possibile. Poi debbo anche dire grazie ad una persona come Cristiano Mazzoni che ha saputo spronarmi e guidarmi”.

Qual è stato il messaggio più bello che hai ricevuto dopo la vittoria?
“La cosa più bella quando vinco una sfida simile è che la gente non eleva me, non mi dice hai vinto ma abbiamo vinto. Tutti mi ribadiscono che si sono emozionati, cosa al mondo d’oggi non facile. Non è solo il ring, ma l’aria che si respirava, il clima”. 4

Cosa significa questa vittoria per il tuo futuro?
“Questo successo ti dà la possibilità di essere inseriti nella classifica mondiale e di poter essere scelti dal campione come sfidante, ma io, come ho detto a fine match per diversi motivi, credo di aver chiuso la mia esperienza. Almeno al momento ho bisogno di dare proprietà ad altro. Per dormire sogni tranquilli ed avere progetti, anche quando si hanno i mezzi, servono le spalle coperte, sponsor, e nel mio sport siamo a corto. Livorno guarda altrove, chi potrebbe investire nella boxe, non lo fa. Le istituzioni latitano. È una vita impossibile anche con 5 titoli conquistati”.

Come si diventa campioni intercontinentale?
“Con tanti sacrifici, con intelligenza ma soprattutto col pelo sullo stomaco di sorbirsi una macchina organizzativa, degli oneri economici, delle beghe burocratiche e poi andando sul ring cercando di prescindere da tutto”.

Come poter far avvicinare i giovani a questa disciplina?
“Basterebbe farli entrare in palestra e provare la ginnastica pugilistica per gioco, è uno sport che offre forme di divertimento e costruzione dal punto di vista fisico, poi il combattimento non è per tutti, ma se non ci si mette alla prova non si può mai dire”.

Per ultimo un commento su Igor che si appresta ad affrontare un match difficile.
“Igor è un fratello. Soffrirò con lui e per lui come lui ha fatto con me e per me ieri. Se sta calmo, andrà come sempre bene, è un cavallo di razza”.

Riproduzione riservata ©