Calendari 2014, il fotografo “olimpico” Bizzi firma “Livorno 2014” e Giuntini quello delle Poste

Un’iniziativa portata avanti dalla Ronda della Carità della Parrocchia San Giovanni Bosco, in Coteto, supportata, tra gli altri enti, dalla Fondazione Goldoni

di Matteo Taccola

DI UN LIVORNESE IL CALENDARIO 2014 DELLE POSTE – LEGGI QUI

Nella sala Mascagni del Teatro Goldoni si è svolta una conferenza stampa in cui è stato presentato il calendario “Livorno 2014”, realizzato dal fotografo livornse Augusto Bizzi (già fotografo delle scorse olimpiadi) simbolo dell’impegno di Livorno e dei livornesi verso i più disagiati.
Il calendario è un’intensa narrazione per immagini. Sono tanti, infatti, i luoghi della quotidianità che tutti i livornesi possono riconoscere: Villa Mimbelli, lo Stadio “Armando Picchi”, il Mercato del pesce, il lungomare di Calafuria, il “gozzo” impegnato nel Palio remiero e tante, tante altre immagini suggestive.  Fotografie che fanno riscaldare i cuori di quei cittadini così legati alla propria città, alla propria identità, un momento, però, anche di solidarietà, vista la finalità della vendita del calendario che ha come obiettivo principale la raccolta di fondi, verso quelle famiglie che in questo momento, al ridosso delle festività natalizie, ancor più che in altri, hanno bisogno di quella solidarietà che caratterizza la città da sempre, seppur celata da una maschera di durezza marinaresca.
Un’iniziativa portata avanti dalla Ronda della Carità della Parrocchia San Giovanni Bosco in Coteto, dalla promotrice del comitato del calendario, la dottoressa Stefanina Podda, dai colleghi di lavoro, supportati dai molti enti di Livorno, fra i quali in primis la Fondazione Goldoni, l’Accademia Navale, l’Associazione Calcio Livorno, ma anche le tante piccole e medie realtà che hanno sempre contraddistinto la città labronica, con i molti commercianti che non si sono voluti tirare indietro.
L’autore delle fotografie è il noto livornese Augusto Bizzi, fotografo professionista sportivo della Federazione Italiana Scherma e autore di importanti scatti alle olimpiadi di Pechino, autore e artista di rilevo nazionale e internazionale, oltre che collaboratore della Fondazione Goldoni dal momento della sua riapertura, che ha voluto partecipare a questo importante progetto chiarendo fin da subito che non avrebbe accettato alcun compenso al fine di incanalare ogni risorsa in questo progetto di solidarietà.
Intervengono il direttore generale della Fondazione Teatro Goldoni, Marco Bertini: “Non è la prima iniziativa di questo genere a cui partecipiamo, ma il nostro modus operandi consiste nel non sbandierare gli impegni che la Fondazione si assume, ma quello di sostenerli sottotraccia, è una nostra consuetudine quella di impegnarci in questo tipo di attività solidali e di agire in questo modo. Bisogna ricordare che il teatro è il tempio laico della nostra società, qui si svolgono riti di riflessione, socialità, dove si toccano le corde più sensibili, qui avvengono gli impatti emotivi più forti che ci fanno cambiare le priorità nell’agenda di tutti i giorni.

Il mondo di oggi si vuole affermare come il più comunicativo di sempre, si annientano ogni tipo di barriera temporale e spaziale, possiamo comunicare con chi vogliamo, dovunque vogliamo, quando vogliamo, ma la vera socialità si sta annullando, non riusciamo più a incontrarci fisicamente, ad avere un contatto fisico, una socialità reale. Oggi in realtà siamo soli e gesti come quello che stiamo portando avanti con il calendario hanno un valore molto più profondo, stare accanto a chi ha più bisogno per non lasciarlo solo”.
Rocco, della Ronda della carità, ci descrive come questa sia composta da volontari che da anni, dal lontano 1997, si avvicendano per poter portare un aiuto, seppur certe volte non bastevole, alle tante persone in difficoltà. Il quadro è tragico, se prima le persone che chiedevano aiuto erano poche, oggi sono centinaia, spesso gli alimenti non bastano ed è dura affrontare situazioni del genere. D’altro canto il cuore dei livornesi è grande e lo dimostra il fatto che i volontari siano aumentati, non solo quelli credenti, ma tutti coloro che vogliono dare una mano, non solo in una parrocchia, ma in molte, un fenomeno che si sta diffondendo, fortunatamente.
Chiudono la conferenza le parole della dottoressa Stefanina Podda. “Ho visto tante persone bisognose e mi sono chiesta cosa potessi fare in prima persona -sottolinea Podda-  mi sono stupita di come colleghi e amici abbiamo risposto con entusiasmo nell’affrontare questo progetto pur avendo poco tempo nella realizzazione, addirittura c’è chi ha saltato i propri impegni familiari, sono tante le persone sensibili, è solo difficile trovarle.”

 

 

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