Aggredita infermiera. La famiglia del paziente: “Situazione drammatica, mio padre stava morendo”

I familiari volevano costringere l'infermiera ad effettuare una terapia senza il parere medico: denunciati per interruzione di pubblico servizio

LIVORNO –  Caos in corsia all’interno di Medicina Generale. I familiari di un paziente hanno prima maltrattato e poi aggredito fisicamente un’infermiera del reparto perché si era rifiutata di effettuare una terapia decisa dagli stessi parenti, una decina quelli presenti, nonostante le evidenti controindicazioni mediche. In pratica, volevano che l’infermiera svolgesse delle bronco-aspirazioni quando invece il paziente presentava una situazione di edema polmonare. Il tutto è avvenuto ieri, domenica 17 novembre, intorno all’ora di pranzo.
L’infermiera si è opposta subendo così l’ira dei congiunti sfociata poi nella violenza di alcuni con spintoni e mani addosso alla dipendente Asl. Sul posto è intervenuta anche la polizia che ha identificato le persone coinvolte denunciandole per interruzione di pubblico servizio.

La famiglia del paziente replica. Ecco la lettera arrivata in redazione e che riportiamo in maniera integrale qui sotto.
Salve , poichè mi viene data la possibilità di replicare all’articolo di ieri desidero precisare come si sono svolti i fatti.
Mio padre è ricoverato presso il quinto padiglione, 3° piano in gravissime condizioni dal giorno 7 novembre. Sabato 16  novembre gli e stata praticata una bronco aspirazione perché il muco lo stava soffocando. Domenica verso le 11 sono andata in ospedale e ho trovato mio padre di nuovo rantolante, con il respiro corto e affannoso allora ho chiesto con gentilezza ad un infermiere se poteva provvedere ad un’ulteriore bronco aspirazione. Lo stesso mi ha risposto gentilmente che non era il suo settore, ma ha chiamato un’infermiera affinché provvedesse. L’infermiera in questione ha prima detto che non era ora di visita e ci ha mandato in sala d’attesa e poi ha detto poi si viene ora non è il caso. Mia madre poli-infartuata è rimasta vicino a mio padre e quando si è resa conto che stava peggiorando a vista d’occhio con perdita di muco dalla bocca ha gridato: “sta morendo!”. Nel frattempo era già passata più di un’ora ed erano arrivati anche mia sorella e mio fratello perché erano le 12,10 (ora di visita) e nessuno era venuto ancora a controllare le condizioni di mio padre. A questo punto senza strattonare nessuno e sopratutto senza interrompere nessun servizio pubblico,  ho accompagnato l’infermiera a rendersi conto delle condizioni in cui versava mio padre. E’ stato quindi chiamato il medico di turno il quale ha fatto fare un’ulteriore bronco aspirazione. Preciso che non siamo né ignoranti né vogliamo sapere più dei medici ma non c’è bisogno di una laurea per rendersi conto della gravità della situazione. Aggiungo che purtroppo avendo figli malati di fibrosi cistica so perfettamente valutare quando è opportuno intervenire. Quando mio fratello ha minacciato di chiamare i carabinieri veltamente, per tutelarsi, sono stati chiamati da altri.  E’ intervenuta la polizia alla quale ognuno ha rilasciato le proprie dichiarazioni e per corretta informazione, preciso che non ci è stato comunicato l’avvio di nessun provedimento giudiziario . La bronco aspirazione non era pericolosa , come sostenuto, nel corso di questi giorni gli è stata praticata più volte.  Da brava livornese ringrazio i commentatori. Sarebbe auspicabile però prima di esprimere giudizi si mettesse in moto il cervello. Solo i presenti possono sapere come si sono svolti i fatti nella realtà. Grazie dell’attenzione”.
F.P.

Riproduzione riservata ©