Fondo Sociale Europeo, pronti 660 milioni per la Toscana

di Michele Garofalo

LIVORNO – Una formidabile occasione per fare il punto sui risultati dell’ultimo settennio di politiche del Fondo Sociale Europeo e, contestualmente, per indagare le prospettive di una nuova programmazione per gli anni 2014-2020, ponendo l’accento sul tema della formazione professionale, della competitività e dell’efficacia del sistema scolastico italiano. Questi  i punti nevralgici del convegno tenutosi il 30 gennaio nel Museo di Storia Naturale di Livorno. Numerosi gli ospiti chiamati a partecipare al dibattito, moderato dal giornalista economico Fabio Tamburini.
L’apertura dei lavori è delegata a Giorgio Kutufà, presidente Provincia di Livorno, che esordisce fissando qualche punto programmatico e lanciando numerose staffilate alla futura abolizione delle Province. “Il nostro obiettivo ultimo- spiega Kutufà-   è diventare competitivi a livello internazionale, portando i servizi per la formazione e l’impiego ai migliori standard europei. Il sistema scolastico italiano deve superare una sfida gravosa che consiste nell’andare oltre l’eccessiva frammentazione istituzionale, attraverso una sinergia tra enti preposti all’istruzione, alla formazione e all’impiego. Abolire le Province darà una devastante batosta all’attuale regime, sancendo un drastico aumento delle città metropolitane da 10 a 21, con tutto ciò che ne consegue in termini di disparità economica tra aree geografiche”.

A mettere alla berlina con rinnovata veemenza la Scuola italiana  è Gabriele Toccafondi, Sottosegreterio di Stato al Ministero dell’Istruzione. “Una disoccupazione giovanile arroccata sul 41 % – sottolinea Toccafondi – può significare due cose: o i giovani sono bamboccioni, come qualcuno ha detto, o è il mondo della scuola che non  dialoga col mondo produttivo. Fattori come un alto abbandono scolastico, una notevole percentuale d’insuccesso  legata agli istituti tecnici e l’impossibilità, da parte di molte aziende, di reperire figure professionali specifiche per soddisfare le proprie esigenze, sono indice del fatto che è necessario un cambiamento radicale. Noi, grazie al Decreto-Scuola, stiamo investendo molte risorse su aspetti di orientamento, alternanza lavoro-percorso scolastico e promozione di apprendistato sottoforma di stage e tirocini, nell’ambito di una stretta collaborazione tra tutti i principali soggetti interessati: pubbliche amministrazioni, centri di orientamento professionale, istituti di istruzione e formazione, servizi di sostegno ai giovani, imprese, datori di lavoro, sindacati, ecc. Si tratta dell’ultima sfida che ci siamo proposti, il progetto Garanzia Giovani, al momento in fase di attuazione”.
Assolutamente cruciali, nel perseguimento di questo fine, risultano i Centri per l’Impiego, uffici della Regione incaricati di gestire e monitorare il mercato del lavoro su scala provinciale, fungendo da indispensabile raccordo tra domanda e offerta d’impiego.

Ad occuparsi di sciorinare dati riguardo l’operato della Regione Toscana è Gianfranco Simoncini, assessore regionale alle attività produttive, lavoro e formazione. “Per quanto riguarda i giovani- dice Simoncini –  la Toscana è stata apripista di esperienze come quella dei tirocini, con il progetto Giovanisì, che ha anticipato scelte recepite poi sia a livello nazionale, che comunitario. Oggi, forti di questa esperienza, vogliamo andare con più forza in questa direzione”. Facendo dei pronostici contornati da previsioni statistiche, il progetto approvato dalla giunta prevede che il 39 per cento delle risorse spettanti alla regione saranno destinate all’istruzione e alla formazione professionale, il 37% all’occupabilità dei lavoratori, il 18 per cento all’inclusione sociale e il 4% agli interventi per rafforzare la capacità istituzionale e a promuovere un’amministrazione pubblica efficiente.

“La Regione – ha puntualizzato Simoncini – si è occupata di anticipare 82 milioni dal suo bilancio per avviare la programmazione di Fse (Fondo Sociale Europeo ndr), in attesa che arrivino le risorse dallEuropa. Risorse che dovrebbero ammontare a circa 2 miliardi complessivi in sette anni, essenziali per garantire l’avvio di due importanti riforme a cui la Regione sta lavorando e che vedranno la luce nei prossimi mesi: quella della formazione professionale e dei servizi del lavoro”. A fronte di circa 660 milioni di investimenti programmati per il Programma Operativo Regione Toscana, gli impegni di spesa si attestano su 567 milioni, di cui oltre 450 assegnati, per 67 mila progetti presentati, 54 mila finanziati e poco meno di 40 mila conclusi. Ammontano a 144.000 i destinatari dei fondi finali.
Altri interventi significativi sono stati quelli di Guido Cruschelli, coordinatore Dipartimento dello sviluppo economico delle culture, della formazione e del lavoro, Ringo Anselmi, assessore provinciale al Lavoro e Formazione Professionale, e Giuseppe Roma, direttore Censis – Centro Studi Investimenti sociali

 

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