Porto. Gallanti traccia il bilancio di fine anno: “Continueremo a dare risposte”

Calma e gesso. «Dobbiamo continuare a dare risposte ai problemi del porto e far capire all’opinione pubblica che l’Autorità Portuale è un ente pubblico che per sua natura può avere una adeguata visione strategica sulle questioni di maggiore rilevanza per la nostra economia portuale». Perché questa Authority, a volte bistrattata dalla stessa stampa, «che non ci risparmia nulla», è una squadra fatta di persone che «operano nell’interesse generale della città» e perché, «di fronte ad una crisi che ancora oggi lascia semivuote le banchine di decine di porti, serve un soggetto forte che mantenga dritta la barra del buon governo». Oscilla tra la speranza e il realismo il bilancio di fine anno che il presidente dell’Autorità Portuale, Giuliano Gallanti, affida all’incontro con i suoi dipendenti. «Un bilancio positivo – ammette il numero uno del porto di Livorno – che ci fa guardare con fiducia alle scommesse del futuro».

Un futuro al cui orizzonte si distingue già il Piano Regolatore Portuale: uno strumento che nella città dei Quattro Mori «mancava a da cinquant’anni», e col quale «potremo fare leva sui privati per convincerli a credere nel nostro porto». Non teme di ripetersi, il primo inquilino di Palazzo Rosciano, quando sottolinea, per l’ennesima volta, che la Piattaforma Europa è un’opera di primaria importanza: «non un sogno, ma una infrastruttura che possiamo realizzare in tempio ragionevoli e su cui dobbiamo puntare per aumentare la competitività e attirare gli armatori». La sua convinzione è che un domani, con le navi feeder da 10 mila teu che presto affolleranno le acque del Mediterraneo, diventerà indispensabile dare sviluppo a progetti ambiziosi ma concreti, con i quali rispondere alle sfide di una concorrenza sempre più agguerrita.

Anche la trasformazione dell’interporto Vespucci in un inland terminal moderno e ben collegato, in grado di accogliere i contenitori che vengono sbarcati sui nostri piazzali, rientra tra i progetti propedeutici all’implementazione delle capacità commerciali di Livorno: «È vero – ammette Gallanti – la crisi non è ancora finita, ma una volta recuperati i traffici, dovremo attrezzarci per offrire alle compagnie di navigazione un porto più efficiente, che garantisca l’instradamento immediato della merce verso i mercati di riferimento».

Con il collegamento ferroviario tra la darsena Toscana e la linea Roma-Genova lato Pisa, e con lo scavalco che consente di aggirare gli intoppi della linea tirrenica per sfruttare il collegamento tra l’infrastruttura intermodale e il porto livornese, tutto questo diventa possibile: «Livorno – conclude Gallanti – può davvero aspirare a diventare uno dei più importanti scali ferroviari della penisola e lo potrà fare grazie all’integrazione logistica dei propri punti di snodo commerciale».

 

 

 

 

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