Componentistica, persi 800 posti in 4 anni. Chiesto lo stato di crisi per Livorno e Colle

Il riconoscimento di area di crisi industriale complessa del polo produttivo della componentistica automotive di Livorno e Collesalvetti è stato nuovamente chiesto dalla giunta regionale che, nell’ultima seduta, ha approvato una delibera proposta dall’assessore alle attività produttive Gianfranco Simoncini.
Livorno strategica – L’area di Livorno resta, dal punto di vista industriale, un’area strategica perché, nonostante la crisi e la perdita di posti di lavoro (oltre 800 posti di lavoro persi dal 2008 alla metà del 2012, oltre 6 milioni di ore di cassa integrazione straordinaria autorizzate nel 2012) e imprese (-0,6% nello stesso periodo), il principale polo industriale della toscana costiera con una forte presenza di industria pesante, metalmeccanica e cantieristica. L’incidenza economica di Livorno va però oltre la sua stessa area e ne travalica il peso demografico e produttivo, rispetto all’intera regione: la forte apertura all’esterno infatti, il ruolo del porto e delle infrastrutture logistiche ed energetiche, ne fanno un territorio strategico per l’economia dell’intera Toscana, di cui rappresenta circa il 7% del totale delle esportazioni.
Il Progetto di riconversione – Il riconoscimento di area di crisi complessa potrebbe attivare sul territorio risorse nazionali per progetti di reindustrializzazione e riconversione produttiva. Nel dossier, si delineano, con la proposta di massima dei contenuti del Progetto di riconversione e riqualificazione industriale, fra l’altro quattro linee di intervento, punti salienti della strategia regionale per il rilancio dello sviluppo economico e produttivo di Livorno: per favorire la riqualificazione dei siti produttivi e di integrazione con le infrastrutture del polo logistico; per trattenere ed attrarre investimenti produttivi nel settore automotive e in quelli ad esso collegati; per favorire l’integrazione produttiva manifatturiera, sfruttando le competenze presenti sul territorio e sviluppandone di nuove; per sostenere miglioramenti a livello di sistema, cioè favorendo l’integrazione trasversale fra i vari livelli.

Cambia la normativa –  La riproposizione della richiesta, dovuta al cambio della normativa nazionale, parte come noto dalla considerazione che si tratta di un’area da tempo colpita da recessione economica e perdita di posti di lavoro, che per dimensione ed importanza delle imprese è da considerarsi non solo di rilevanza regionale, ma anche nazionale. Siamo in presenza di una prevalenza di grande impresa e di gruppi multinazionali, una forte dipendenza dai mercati mondiali dominati da pochi grandi produttori a livello internazionale, un significativo indotto e necessità di processi di riconversione, il tutto concentrato su uno spazio geografico limitato. Il riconoscimento di area di crisi complessa, così come previsto dalla normativa nazionale, è presupposto essenziale per rendere efficaci i progetti di riqualificazione e riconversione industriale che, peraltro, la Regione ha già messo in campo.
“La richiesta – spiega l’assessore Simoncini – deriva dalle difficoltà molto pesanti che l’area Livorno-Collesalvetti sta vivendo in relazione alla crisi dell’automotive, il più rappresentativo, in termini di addetti, all’interno del settore manifatturiero nel territorio. La crisi del settore della componentistica va di pari passo alla congiuntura sfavorevole del mercato dell’auto ed è andata a riflettersi sull’interno sistema produttivo livornese, incidendo negativamente su un tessuto già strutturalmente debole. Le crisi aziendali negli ultimi cinque anni, hanno coinvolto soprattutto medie e grandi imprese. Si sono presi molti posti di lavoro e migliaia di lavoratori sono stati e sono in cassa integrazione. Le difficoltà hanno colpito le aziende principali e l’indotto e, al momento, sono ancora deboli i segnali di ripresa”.

 

Riproduzione riservata ©