Porta a Mare, Ruggeri incontra i cittadini: “Occorre ricucire il rapporto con la città”

di admin

Un’iniziativa aperta alla cittadinanza, per confrontarsi e far luce sulla questione della Porta a Mare, è quella che si è tenuta il primo aprile al Circolo Arci in via S. Jacopo in Acquaviva, organizzata dai circoli Pd di Borgo – S.Jacopo – Fabbricotti ed in collaborazione con il Centro d’ascolto e dialogo della Circoscrizione 3.
Un’introduzione a 360°, quella presentata dal dott. Daniele Mirani della Simurg ricerche che nel 2006 venne contattato dall’amministrazione comunale per svolgere un’analisi d’impatto socio-economico sul quartiere di Borgo e sulle conseguenze che avrebbe avuto la costruzione della Porta a Mare.
Dalla ricerca è emerso che la zona godeva di grandi potenzialità : con circa 10.000 residenti e 500 esercizi fra commercio e ristorazione ed una forte connotazione tradizional-popolare. Basti pensare che solo nella via Verdi era presente un negozio ogni soli 15 metri e che il 18% di tutti gli esercizi commerciali era concentrato in questa zona.
Purtroppo però con l’avanzare della crisi economica molti fondi commerciali sono stati chiusi e diverse abitazioni messe in vendita, ciò ha portato all’insediamento delle categorie sociali marginali che inevitabilmente ha prodotto una svalutazione immobiliare della zona. Questo ha condotto una parte dei residenti a trasferirsi, mentre per quelli rimanenti ha prodotto inevitabili tensioni sociali, con il rischio di creazione di veri e propri ghetti.
“La Porta a Mare, potrebbe essere una valida soluzione per riqualificare il quartiere Borgo-Mazzini ma anche il resto della città – ha spiegato il Dott. Mirani – a patto che si coinvolgano i soggetti interessati, che aumenti e migliori la penetrazione urbana in modo da eliminare le barriere preesistenti e che venga privilegiata la mobilità ciclo-pedonale. Il modello da seguire deve essere quello della città di Barcellona dove il centro è il fattore di aggancio per la trasformazione del porto”.
Durante la serata il pubblico presente è intervenuto partecipe e incalzante, ponendo diverse problematiche ma offrendo anche possibili soluzioni. Ne è emerso che per attivare il quartiere c’è bisogno di novità, d’iniziative che coinvolgano sia i cittadini che i turisti, ma anche di puntare sulla storicità e la tradizione, incentivando ciò che ruota attorno al mare, come la nautica ed i maestri d’ascia. Tutti concordi sul fatto che è stato possibile mantenere i posti di lavoro dell’ex cantiere grazie all’assorbimento da parte di Azimut-Benetti, ma anche che è necessario un maggiore dialogo con i commercianti della zona per tranquillizzarli con possibili soluzioni, ma soprattutto i presenti si sono chiesti a che punto fossero i lavori e se esistessero degli impedimenti nell’andare avanti.
A rispondere ad alcune domande, il vicesindaco Bruno Picchi, presente all’incontro assieme all’assessore al commercio Paola Bernardo.“Il piano attuativo della Porta a Mare è scaduto ad ottobre 2013, ma avendo ancora le licenze può essere eseguito entro il 2017 – ha commentato l’Assessore Picchi – credo che sia un progetto ancora realizzabile, ma è necessario un aggiustamento, una ridefinizione. E’ indispensabile mantenere un livello consono alla qualità del progetto e in questo caso Porta Medicea Srl, la società che se ne occupa, sta svolgendo un ottimo lavoro, ragionando non solo sulla sua appetibilità di mercato ma cercando di mantenerne alto il valore. Mi auguro di poter lasciare elementi d’indicazione per la ricostruzione di un piano attuativo che si adegui alla situazione odierna e che sia in grado di fornire una risposta più celere, rispetto a quella che la situazione economica attuale non ci ha permesso di soddisfare”.
Oratore conclusivo dell’iniziativa, il candidato sindaco di coalizione di Centro Sinistra, Marco Ruggeri, che si è definito “molto soddisfatto della serata, perché ha permesso di fare un prezioso punto della situazione”.
Riguardo alla Porta a Mare si è espresso indicando due problematiche fondamentali: “La prima è che la città non ha mai scommesso realmente sugli yacht, perché risulta ancora troppo doloroso separarsi dalla tradizione cantieristica e vi assicuro che ne sono totalmente consapevole, visto che mio padre ci ha lavorato per trentun’anni. La seconda è che questo è stato il primo grande esempio di partnership fra pubblico e privato per sviluppare un’infrastruttura della città, quindi credo sia inevitabile che prima o poi ci si possa imbattere in tutti i limiti e le conseguenze del caso”.
Ruggeri ribadisce quanto sia “fondamentale che la Porta a Mare venga correttamente integrata con il centro cittadino, ma anche con il porto, in modo che quest’ultimo non rimanga solo periferia” ed aggiunge che “ è inconcepibile che il valore dei fondi commerciali della seconda via Grande valga il doppio rispetto a quelli di via Ricasoli, solo per merito dei turisti. E’ il momento di allargare il punto d’interesse e ricucire i rapporti con la città”.
Non disdegna neanche una stoccata ad Azimut-Benetti sottolineando che “il ricorso presentato al Tar della Toscana da parte dello Yacht Club Livorno contro il progetto del gruppo Azimut-Benetti di trasformare il porto mediceo in un “marina” dedicato in particolare al refitting dei grandi yacht, è più che fondato e che non si deve immischiare nella gestione di ciò che non gli appartiene”.
“E’ fondamentale ascoltare e confrontare le idee, adesso siamo in una dimensione che ci costringe a velocizzare – ha concluso il candidato Ruggeri – nei primi cento giorni di mandato andrebbero siglate scelte che indirizzino fin da subito il futuro della città, la situazione non ci permette “lune di miele”, adesso dobbiamo soltanto agire”.

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