Candidato sindaco. Dopo Simoncini, il rifiuto del prof. Dario: “Ecco perché dico no”

"So che il Partito Democratico saprà designare candidati di elevate qualità, preparazione e esperienza (e ce ne sono), in grado di servire la nostra città con passione e competenza. Io, naturalmente, li appoggerò appieno”

LIVORNO –  La corsa alle amministrative è entrata già da qualche giorno nella fase calda. Il Partito Democratico, dopo alcuni nomi usciti in queste ultime settimane, aveva vagliato l’ipotesi (caldeggiata vivamente da Marida Bolognesi) del professore Paolo Dario. Dopo alcuni giorni di riflessione, però, è arrivato il rifiuto dello scienziato che ha affidato ad una lettera i motivi del suo tirarsi indietro. Prima di Dario aveva fatto marcia indietro Gianfranco Simoncini, attuale assessore regionale al lavoro.

Ecco il contenuto integrale della missiva che Paolo Dario ha inivato alla redazione di Quilivorno.it

“Ho riflettuto a fondo sulla proposta di accettare la candidatura a Sindaco di Livorno e sono giunto alla conclusione di non poter accettare l’invito. Questa decisione è stata molto sofferta. Ho valutato la possibilità di offrire il mio contributo affinché la mia città e i miei concittadini fossero messi nelle condizioni di uscire da una situazione difficile. Ho apprezzato la compattezza dell’invito che mi è stato rivolto, in primo luogo dal partito di cui faccio parte e che, fin dall’inizio, ha dimostrato di sapere e di volere accettare la mia leadership, con lealtà, spirito di squadra e trasparenza. Mai ho percepito mosse sotterranee che mirassero a disfare ciò che si andava proponendo, ovvero il più ampio e sincero sostegno alla mia candidatura. Di queste testimonianze di fiducia verso la mia persona desidero ringraziare vivamente i vertici del partito, come i moltissimi cittadini, gli amici e i colleghi che mi hanno incoraggiato, anche attraverso i media e i social network. Ho valutato approfonditamente se accettare l’invito a candidarmi prima di tutto con la mia famiglia (le persone che contano di più nella mia vita), con i miei amici più cari, con colleghi e collaboratori. Le loro considerazioni, piene di passione e di incoraggiamenti, convergevano però su un punto e cioè che, in caso di elezione, l’impatto sulla mia vita sarebbe stato fortissimo, perché mi sarei dedicato – e ne sarei stato onorato – a fare il Sindaco a tempo pieno, in uno spirito di dedizione totale, senza delegare compiti e prerogative che sarebbero state proprie del ruolo che avrei rivestito. Non avrei mai accettato di essere un amministratore “part time” e non credo che l’abbia mai pensato chi, nel mio partito, mi ha proposto come candidato. Questo impegno a tempo pieno, totale e totalizzante, non sarebbe stato conciliabile con il mio lavoro. Ho preparato per tempo il futuro dell’Istituto che dirigo, ma continuo ad onorare numerosi impegni a livello nazionale e internazionale. Se fossi stato eletto, sarebbe stato inevitabile abbandonare, in maniera irreversibile e in tempi troppo brevi per evitare un impatto negativo, la mia attività scientifica e il gruppo di ricerca che ho costruito in decenni di attività.
Sul piano delle competenze, sono ben consapevole del fatto che governare una città come Livorno preveda azioni molto più complesse che gestire un Istituto universitario, per quanto grande, dinamico, attivo e orientato a affrontare e risolvere problemi concreti come il mio, e che richieda comunque competenze specifiche. Infatti io, nonostante gli indubbi limiti delle azioni di molti amministratori nel nostro Paese, ho grande rispetto per chi si è assunto la responsabilità di governare e si trova ad affrontare ogni giorno problemi difficili e complessi. Un Sindaco può scegliersi e avvalersi di una buona squadra, ma la responsabilità resta la sua, in ultima analisi.
Come considerazione finale, aggiungo che sono e sarò disponibile per il candidato Sindaco e per la nuova Amministrazione della città – se riterranno opportuno coinvolgermi – a portare il contributo alla definizione del programma e alla sua realizzazione su temi di mia più diretta competenza, come quelli che riguardano lo sviluppo economico basato sulla educazione dei giovani e sulla ricerca, sulla innovazione tecnologica, sulla crescita delle imprese esistenti, sulla attrazione e creazione di nuove imprese, sulla partecipazione della città a programmi regionali, nazionali, e internazionali. Tutto questo anche con l’obiettivo di generare la ricchezza necessaria per il sostegno delle attività sociali e culturali, oggi difficile da reperire. Se poi la nuova Amministrazione riuscisse anche ad avviare un processo di formazione per un ricambio della classe dirigente, in grado di confrontarsi su scenari internazionali, a saldare in un unico sistema le due ricchezze cittadine, il sistema portuale e industriale e il panorama culturale vivissimo e in continuo fermento, allora sì che Livorno e i cittadini livornesi tornerebbero ad essere protagonisti su una ribalta che non si limita certo ai confini comunali, oggi strettissimi in un mondo globale a cui Livorno, con il suo porto, ha sempre guardato. So che il Partito Democratico saprà designare candidati di elevate qualità, preparazione e esperienza (e ce ne sono), in grado di servire la nostra città con passione e competenza. Io, naturalmente, li appoggerò appieno”.

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