Fiumi cittadini, ecco il piano anti pioggia. Palizzata per il rio Felciaio. FOTO

Concluso un importante intervento di ingegneria naturalistica per la sicurezza idraulica del Botro Felciaio che attraversa i quartieri di Scopaia, Leccia e La Rosa

Si è concluso questa settimana un importante intervento di ingegneria naturalistica per la sicurezza idraulica del Botro Felciaio che attraversa i quartieri di Scopaia, Leccia e La Rosa. Si tratta della realizzazione di un lungo tratto di palizzata in castagno (costo dell’intervento 57 mila euro) che apporterà diversi benefici. Innanzitutto la riduzione della pericolosità idraulica locale e a valle del botro, ma contribuirà anche al ripristino delle sponde franate, al miglioramento della regimazione delle acque e alla riduzione dell’erosione di fondo dell’alveo.
L’intervento che il Comune di Livorno (ufficio Ambiente) ha realizzato in collaborazione con il Consorzio delle Colline Livornesi va ad aggiungersi ad una serie di lavori manutentivi che sono stati realizzati in questi mesi sui corsi d’acqua minori che attraversano il territorio livornese per renderli più sicuri, anche in vista delle prossime piogge autunnali. Gli interventi, già conclusi, riguardano le manutenzioni idrauliche effettuate sui corsi d’acqua di Montenero (Botro Brescie, Botro Stringaio, Fosso delle Casine, Fosso del Governatore, Botro ai Fichi, Fosso delle Pianacce) e di Quercianella (Botro Forconi e dell’Albatro, Fosso della Madonnina e della Stazione, Fosso del Convento e della Chioma). I lavori sono iniziati i primi di luglio (periodo più favorevole alla manutenzione idraulica anche per la tutela dell’avifauna presente lungo il corso d’acqua) e termineranno all’inizio dell’autunno. Saranno spesi complessivamente più di 160 mila euro ripartiti egualmente tra il Comune di Livorno ed il Consorzio delle Colline Livornesi.

Che cosa potrebbe accadere se non fosse effettuato un attento programma di manutenzione dei corsi d’acqua che attraversano un centro abitato? Quali effetti negativi produrrebbe l’abbandono di quelle pratiche che concorrono alla sicurezza idraulica di un torrente? Sono queste le domande a cui il Comune di Livorno ed il Consorzio delle Colline Livornesi hanno cercato di dare una risposta concreta, predisponendo, prima, un programma di manutenzione dei corsi d’acqua minori presenti sul territorio, quindi, realizzando interventi specifici con ditte altamente qualificate. “Nel nostro territorio – afferma l’Assessore all’Ambiente del Comune di Livorno Massimo Gulì – non sono presenti corsi d’acqua che possono essere classificati fiumi; i nostri sono torrenti o come diceva lo storico Vivoli “torrentelli”; ma i nostri rii hanno un comportamento idraulico per certi versi molto più imprevedibile di un grande fiume. Sotto piogge intense, si gonfiano rapidamente e pericolosamente raggiungono livelli che, a vederli d’estate, quasi non ci si crede”.

Da qui l’importanza di questi lavori di manutenzione che, pur limitandosi in alcuni casi anche a banali operazioni di pulizia, consentono di incrementare le garanzie di sicurezza dei corsi d’acqua nel caso in cui la meteorologia non sia favorevole. Grazie alla collaborazione ormai collaudata con il Consorzio delle Colline Livornesi, l’Amministrazione Comunale ha tagliato quest’anno il traguardo dei venti anni nei quali ha operato sui propri corsi d’acqua un programma di lavori che, anno dopo anno, si è andato ad arricchire e ad evolvere sia nei contenuti tecnici, sia nelle modalità operative.
“I nostri rii sono stati oggetto di una precisa mappatura, una specie di cartella clinica del corso d’acqua -afferma Leonardo Gonnelli dirigente dell’Ufficio Ambiente del Comune di Livorno- Ogni anno questa cartella viene aggiornata con cura annotando i tratti mantenuti e le risorse utilizzate, così da definire meglio gli interventi necessari ed impiegare le risorse a disposizione in maniera più mirata e chirurgica”. “Lavorare con ditte specializzate nel settore – tiene a precisare Alessandro Ursi responsabile dei lavori per l’Ufficio Ambiente del Comune di Livorno – ci ha consentito di scambiare le esperienze le esperienze anche su realtà territoriali diverse e questo ci ha permesso di definire sul nostro territorio migliori strategie per la prevenzione idraulica e per l’utilizzo di tecniche, quali la bio-ingegneria che in questi contesti consente di ottenere la massima garanzia di sostenibilità ambientale e naturalistica”.

 

 

 

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