L’ombra della spending review sui pompieri. “No ai tagli dei vigili del fuoco in porto”

La segreteria territoriale di Livorno della Federazione Nazionale della Sicurezza della Cisl, ha rappresentato al Prefetto di Livorno le difficoltà che emergono dalle ipotesi di riorganizzazione del sistema di soccorso pubblico che il Ministero dell’Interno, ed in particolare il dipartimento centrale Vigili del Fuoco, pare voler attuare nei processi di spending review. “Grave è la scelta fatta sul soccorso in ambito portuale, infatti l’ipotesi paventata ridurrebbe la presenza del personale, dalle teoriche 52 unità alle 28 unità, riportando indietro di venti anni l’organizzazione del soccorso in mare – spiega il segretario generale della Fns Cisl Livorno Marco Galigani -. Il testo sviluppato dall’Amministrazione scaturisce dai dati forniti dall’Assoporti, ma presenta delle carenze nei fatti. Il confronto con gli elementi studiati, evidentemente non fa distinzioni sulla pericolosità delle merci, ma si limita a fare una valutazione delle movimentazioni delle merci e dei passeggeri in senso generale”.

Ma la voce di Galigani si alza ancora quando si parla di sicurezza sul lavoro. “Nel porto di Livorno, vengono stoccati 450mila tonnellate di gas liquido Gpl considerato tra le merci più pericolose – continua il segretario -, oltre ai depositi di prodotti derivati dal petrolio raffinati e greggi con movimentazione di oltre 6 milioni di tonnellate. Ma il pericolo maggiore, non considerato all’interno dei dati Assoporti, viene dalla nascente Fsru Toscana, uno dei più importanti progetti di interesse nazionale nel settore del gas, al servizio dello sviluppo e della autonomia del sistema energetico italiano. Il progetto ha previsto la realizzazione di un Terminale di rigassificazione galleggiante, realizzato modificando una nave metaniera, posizionata a 22 km dalla costa Toscana e collegata alla terra ferma da una condotta di circa 30 chilometri per l’invio del gas alla rete nazionale. A regime, il Terminale avrà una capacità di rigassificazione di 3,75 miliardi di metri cubi all’anno che corrispondono al 4% dell’intero fabbisogno nazionale ( fonte http://www.oltoffshore.it/il-progetto-olt ndr)”.
Ma la protesta va avanti. “A questi dati si aggiunge – continua Galigani – le navi che trasportano etilene che transitano per arrivare alla banchina della Solvay e nella zona portuale di Piombino va ricordato l’altissimo traffico passeggeri che sommato a Livorno ha oltre 6milioni di passeggeri rispetto ai tre considerati da Assoporti. Queste analisi più complete non sono state fatte dall’Amministrazione, ma si è limitata alla sola zona del porto di Livorno, segno della superficialità del livello di approccio sulla composizione del progetto”.

“Questi sono le principali questioni di cui tener conto – continua Marco Galigani – per organizzare le attività di soccorso in mare, la vera attività istituzionale del Corpo Nazionale Vigili del Fuoco; anche per questo va ricordato che due delle più grandi tragedie nella storia della marineria italiana nel mediterraneo sono avvenuti proprio nella nostra zona di competenza: il Moby Prince e il più recente Costa Concordia, dove ad esempio l’unità navale dei Vigili del Fuoco di Livorno è arrivata tra le prime a prestare soccorso. Il progetto che ipotizza l’Amministrazione, che viene già dato per scontato, tende alla definizione di accordi per l’eventuale imbarco di una o più squadre di intervento su unità navali rese disponibili dalle autorità portuali per lo svolgimento di operazioni di lotta antincendio. Attualmente le possibili sinergie con altri enti sono avvenute con esercitazioni che hanno evidenziato le criticità del modello organizzativo e ci immaginiamo cosa possa succedere quando il “finto incendio” dovesse diventare reale, con coordinamento di tanti enti senza una sinergia matura. Il primo rischio è che il soccorso non raggiunga l’obiettivo e che anche il Personale impiegato sia esposto a rischi elevati per la mancata attuazione di una delle fasi del soccorso, rendendo ridottissime le possibilità di successo. Quindi parlare di futuro accordo e non di certezze ci costringe a evidenziare che, ammesso venga accettato una eventuale richiesta, possa essere improbabile che dette unità possano accostarsi sotto bordo per il trasporto dei soccorritori per l’inesperienza a causa della mancata formazione in scenari rischiosi non di loro competenza”.
“Per queste ragioni – conclude il sindacalista -abbiamo chiesto un tempestivo intervento del Prefetto per far capire la gravità delle scellerate scelte che potrebbe fare l’Amministrazione, portandogli in visione altre alternative e rimanendo in attesa di una convocazione per far comprendere meglio le ragioni della nostra lettera, affinché si raggiunga il comune obiettivo della sicurezza nelle acque dell’arcipelago toscano, pronti anche a suggerire da parte nostra dove si potrebbe invece intervenire per la spending review”.

 

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