Drass, a rischio 150 posti con il nuovo sottopasso. “Comune e Fs valutino il nostro progetto di viabilità”

C’è preoccupazione fra i 150 lavoratori (più altrettanti nell’indotto) della Drass, in via Magri – leader mondiale nel settore delle camere iperbariche per immersioni a grande profondità (300-350 metri) – per la realizzazione del sottopasso ferroviario, in via Magri, con conseguente soppressione del passaggio a livello in via delle Sorgenti.
I lavori sono iniziati e dalla Drass sottolineano che il sottopasso taglierà in due l’area del loro stabilimento rendendo impossibile il passaggio di merci e personale da una parte all’altra. L’alternativa sarebbe quella di far passare merci e camion di fornitori da corti private, ma va da sé che non sarebbe la soluzione più giusta.
Meglio, dicono, sarebbe utilizzare il terreno incolto di fianco alla ditta. Non è tutto. Perché con la realizzazione del sottopasso cambierà anche la viabilità nella zona. Anzi, alcune modifiche sono già entrate in vigore come ad esempio l’istituzione del divieto transito in via delle Sorgenti per chi proviene dalla Variante/Picchianti. Ecco quindi che per cercare di salvaguardare il futuro dell’azienda e del personale, la Drass vorrebbe avere un incontro in Comune, alla presenza di Ferrovie, in cui illustrare il loro progetto di viabilità (nella foto trovate la mappa-percorso proposta): “Nel progetto – dicono – chi arriva dalla Variante per entrare a Livorno sarebbe ora obbligatoriamente indirizzato verso il ponte della stazione già congestionato. L’itinerario in rosso non tiene neanche conto dei sensi unici e di quanto è stretta la strada tracciata, che dovrebbe svilupparsi in due diversi tracciati a senso unico, rendendo la cosa ancora peggiore. Chi invece esce da Livorno non userebbe questo sottopasso perché: 1 – per uscire da Livorno congestionerebbe ulteriormente il viale della stazione piuttosto che infilarsi nel dedalo del Picchianti. 2 – per andare al Picchianti (traffico sicuramente più esiguo) passerebbe a questo punto dall’Aurelia invece di incunearsi in questo labirinto. Come potete vedere il percorso blu, oltre ad essere estremamente più corto e logico, passa su campi abbandonati ed incolti e si ricollega alla rotatoria gialla appena installata che adesso non è ancora mappata dal satellite. E’ solo necessario un piccolo sovrappasso sul Cigna che d’altronde si interra già pochi metri più avanti”.

Questa è la lettera che è stata inviata al vice sindaco e alla quale non hanno ricevuto risposta

Buongiorno,
con riferimento alla procedura di esproprio per la realizzazione del sottopasso di via delle Sorgenti faccio un rapido riassunto della situazione.
La realizzazione del sottopasso implica l’esproprio di un certo numero di proprietà private, tra le quali una riconducibile ai sig. XXXX e tre che sono invece riconducibili ad aziende del gruppo Drass
I terreni sono stati da noi acquisiti a partire dal 2008 con la certezza/ presunzione che l’esproprio non sarebbe andato a buon fine e che la pratica era ormai superata visto che i tempi e le modalità di esecuzione dell’esproprio non erano in linea con i dettami di legge, la qual cosa suggeriva o che la realizzazione del sottopasso sarebbe stata abbandonata o che comunque non aveva validità legale.
Questo era anche quello che sostenevano, a quanto pare a ragione, i consulenti da noi interpellati prima dell’acquisto.
In effetti abbiamo avuto modo di vedere come la pratica di esproprio, seppure in corso, sia profondamente viziata ed impugnabile. I sig. XXXX hanno già presentato ricorso, cosi come ha fatto la Drass Galeazzi. Questo ha portato le FFSS a prendere atto della situazione ed a ipotizzare un percorso alternativo che aumenta la presenza sulle altre due proprietà. Tale percorso sarà però bloccato sul nascere dai ricorsi che stiamo presentando anche come Drass Energy e Drass Galeazzi sulle altre due proprietà. Varie sentenze di riferimento e la valutazione della legislazione vigente ci confermano che siamo dalla parte della ragione e che i ricorsi verranno accolti, confermando la validità dell’esproprio ed esponendo l’Amministrazione anche a cospicui risarcimenti danni
Oltretutto l’Amministrazione non ha informato FFSS che, nella zona in cui intendono scavare, esistono i sottoservizi delle fognature della Cigna, posizionati circa due anni fa, che sarebbero a nostro avviso tagliati in due dalla rampa stradale di risalita verso il Picchianti. Questa mancanza di informazione la ho verificata direttamente ieri con il Sig. Maurri in una specifica riunione.
Ovviamente la nostra intenzione non è assolutamente quella di danneggiare l’Amministrazione, ma non possiamo permettere che il nostro stabilimento, che da lavoro diretto a Livorno ad oltre 150 persone ed indiretto probabilmente a circa il doppio, venga spaccato in due da lavori invasivi che danneggerebbero irrimediabilmente la nostra capacità produttiva e ci costringerebbero a riconsiderare i nostri piani di espansione su Livorno a favore della nostra struttura Romena.
A questo proposito abbiamo presentato al Sig. Maurri una soluzione migliorativa che consentirebbe di collegarsi a monte di via delle Sorgenti (secondo noi con ulteriori vantaggi per il traffico, visto che buttare il traffico di Livorno all’interno del Picchianti lo porterebbe comunque a rifluire verso la rotatoria della stazione). Per informazioni abbiamo allegato un progetto semplificativo.
Se la soluzione da noi proposta venisse applicata, acconsentiremmo subito di privarci delle porzioni di terreno necessarie per la cantierizzazione o per l’esproprio vero e proprio, e favoriremmo in qualsiasi modo l’Amministrazione.
Ci rendiamo conto di come la decisione del 2005 di realizzare il sottopasso sia stata realizzata nell’interesse comune della collettività, come ricordato dal Signor Maurri. Ad ogni modo dovremmo riconsiderare il fatto che nel 2005 le zone interessate erano una steppa desolata mentre ora l’indotto ospita una realtà industriale di eccellenza che da lavoro a centinaia di persone. Ed i tempi limite che la legislazione impone per l’esecuzione di un esproprio, e che sono stati ampiamente superati, sono esattamente dovuti al fatto che il trascorrere del tempo cambia le situazione e le conseguenti valutazioni in merito.
Adesso le scelte da fare sono due:
1. Accanirsi in una battaglia legale che per l’Amministrazione potrebbe risolversi come segue:
a. In probabile caso di sconfitta dell’Amministrazione nel risarcimento danni a privati, spese per i lavori in corso senza finalizzazione dell’opera, non realizzazione del sottopasso
b. In caso di vittoria dell’Amministrazione, nella distruzione di una delle poche realtà industriali rimanenti a Livorno, per la scelta ormai datata e fuori dal tempo di farvi passare una strada nel mezzo, quando esistono soluzioni alternative e migliorative.
2. Cercare una soluzione ragionevole richiederebbe senza dubbio la revisione del piano urbanistico, ma con tempi rapidissimi visto il vasto consenso, con una soluzione probabilmente più attuale e migliorativa, e prendendo atto della nuova realtà che si è venuta a creare dopo 10 anni dal 2005, che per fortuna almeno una volta è positiva, porta raccolta fiscale, occupazione e che sarebbe forse opportuno tutelare e non distruggere nelle situazioni congiunturali attuali.
Quanto sopra per trasmissione informale a chi di competenza nella possibilità di un incontro chiarificatore.

 

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