Colleziona le maglie delle nazionali, ecco il blog-museo

Visitate il blog-museo: http://allcoloursoffootball.blogspot.it/

Lo abbiamo “corteggiato” per mesi e alla fine ha detto sì. Parliamo della collezione, più unica che rara, messa in piedi dal nostro collega Simone Panizzi, giornalista sportivo di Quilivorno.it. Una collezione che ha dell’incredibile visto che consiste nel possedere le maglie di tutte le nazionali di calcio sparse per il mondo. Tutte, ovvero 209. Non una in meno. Pochi altri collezionisti si sono avventurati in una impresa simile. Al momento Panizzi ne conta 152 (“se qualcuno dei lettori decide di andare in vacanza in qualche Stato fuori dalle consuete rotte vacanziere me lo faccia sapere che gli dico di prendermi la maglia”) e per condividerle ha aperto un vero e proprio museo virtuale-blog visibile all’indirizzo allcoloursoffootball.blogspot.it. Un “tesoro” del genere non poteva non essere reso noto alla città: ecco quindi alcune domande rivolte al collega per saperne di più sulla sua passione.

Come è nata l’idea?
“Ho sempre avuto la passione per il calcio “meno commerciale”, quello giocato in campionati minori o da società non blasonate. Quando ero più piccolo e qualche parente o conoscente andava in vacanza all’estero chiedevo sempre maglie di squadre poco note, magari anche più difficili da trovare. L’ispirazione definitiva mi è venuta quando ho trovato il blog di un ragazzo inglese, di cui nel frattempo sono diventato amico, che aveva iniziato un progetto simile al mio, e che ad oggi vanta una delle collezioni più ampie del mondo di questo tipo, se non la più grande. Tutto è partito da lì, più o meno ad inizio estate 2012. A me piacerebbe, una volta ottenute tutte e 209 le maglie, organizzare una mostra, magari partendo proprio da Livorno”.

Che cosa collezioni esattamente?
“Colleziono magliette delle nazionali di calcio. Quelle affiliate alla FIFA, che in totale sono 209. Ce ne sono molte altre extra FIFA, ma per quelle c’è ancora tempo”.

Quante maglie hai finora collezionato?
“Ad oggi (stamani mi è arrivata quella delle Comore) sono a 152, per cui me ne mancano 57. Statisticamente, sono al 72% del totale. Ne ho molte indossate dagli stessi giocatori, o autografate, altre invece le ho semplicemente comprate, magari su Ebay dove si trovano a ottimi prezzi ma bisogno stare attenti ai falsi”.

Che tu sappia in quanti al mondo hanno una collezione come la tua?
“Non siamo in molti, è un gruppo abbastanza ristretto di persone. Per assurdo in Italia non conosco nessuno. Tramite i social network ci teniamo in contatto, magari ci confrontiamo sull’autenticità di una maglia o su eventuali acquisti o scambi. Tantissime persone collezionano le maglie di club, molte molte meno quelle delle nazionali”.

Quali sono le difficoltà maggiori che incontri nel reperire una maglia?
“È una passione complicata. Tante federazioni non vendono la propria maglietta, sia per mancanza di fondi che di richieste. Un altro mondo rispetto al calcio milionario di Serie A, di Premier o della Liga. Altro ostacolo è la lingua, bisogna destreggiarsi tra inglese, francese, portoghese, solo per citarne alcune. Il problema maggiore è trovare i contatti giusti, la persona o il fornitore che possa darti una mano o che abbia voglia di perdere tempo con te. Ma proprio per questo la soddisfazione è doppia quando ne arriva una”.

Come avviene il contatto con il giocatore o fornitore?
“Di solito cerco un contatto attraverso i social network, ma non è così facile come sembra. Molti non rispondono, sono evasivi o semplicemente non possono aiutare. Tuttavia, ho conosciuto moltissime brave persone, che dopo attese magari lunghe un anno alla prima occasione utile mi hanno inviato una maglietta della loro nazionale. Spesso questo è l’unico modo per averne alcune che altrimenti sono introvabili, e ovviamente di offro per pagare almeno le spese di spedizione. Col tempo si sono creati anche rapporti di amicizia. Alcune maglie mi sono arrivate anche attraverso le federazioni, ma ci sono minori possibilità di successo, sono più “istituzionali” nel loro comportamento”.

Credi che senza social network sarebbe stato “facile” lo stesso?
“No, direi decisamente di no. Quindici anni fa un progetto del genere sarebbe rimasto nel cassetto”.

Hai aperto anche un blog giusto, una sorta di museo virtuale? Come si chiama?
“Sì, una sorta di museo virtuale in cui ho messo la foto di ogni maglietta che ho insieme a una breve descrizione della stessa in inglese. Il link è http://allcoloursoffootball.blogspot.it”.

A quale delle maglie sei più affezionato?
“Non ne ho una preferita in assoluto, forse quella delle Isole Fær Øer, la prima che ho ricevuto a casa insieme a una spilla e a un gagliardetto della federazione. In quel momento ho realizzato che la cosa poteva funzionare. Altre di valore sono quelle del Gibuti e della Guinea-Bissau, penso di essere una delle poche persone al mondo ad averle”.

Qual è stata finora la maglia che ti ha comportato maggiore sforzo e quella più semplice?
“Con le poste e la dogana non dormo mai sonni tranquilli. Per dirne una, hanno rispedito in Dominica (non proprio dietro l’angolo) una maglia solo perché nell’indirizzo c’era una lettere sbagliata. A volte mi chiedono i dazi di entrata, quando magari non ho speso niente perché sono dei regali. La più laboriosa è stata quella dell’Eritrea, ci ha messo quasi tre mesi per arrivare. La più semplice quella che compri a 5 € all’asta”.

Tra quanto pensi di riuscire ad avere tutte e 209 le magliette?
“Spero prima possibile. In realtà ho buoni contatti per quasi tutte quelle che mi mancano, si tratta adesso solo di finalizzare l’affare e per quello può volerci tempo. Nel mio blog trovate la lista di quelle che mi mancano, se qualcuno dei lettori decide di andare in vacanza in qualche Stato fuori dalle consuete rotte vacanziere me lo faccia sapere che gli dico di prendermi la maglia!”.

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