Tentato omicidio Gonnelli. Uno dei banditi confessa: “Ecco perché ho sparato”. La vittima: “Nauseante guardarli in faccia”

L'imprenditore si è costituito parte civile nel processo

di gniccolini

TENTATO OMICIDIO – I PRIMI  ARRESTI 

LA SVOLTA DELLE INDAGINI

 

LIVORNO –  “Non riuscivo a guardarli in faccia, è nauseante per me ritrovarsi a tu per tu con chi ti ha rotto il cranio e ti ha sparato addosso”. Sono queste le prime parole di Simone Gonnelli, 45enne imprenditore livornese gestore del locale Precisamente a Calafuria, appena uscito fuori dall’aula del tribunale di Livorno dove ieri all’ora di pranzo è andato in scena il processo per tentato omicidio e rapina nei suoi confronti. E’ passato ormai un anno da quel 28 luglio 2012, data in cui rientrando a casa Gonnelli fu ferocemente bastonato e ricevette un colpo di pistola all’interno del giardino della sua villa a Quercianella. Gonnelli, che ieri si è costituito parte civile, rischiò di morire e passò diversi giorni nel letto dell’ospedale di Livorno prima di poter tornare alla sua vita e alla sua attività.

Ieri davanti al giudice per l’udienza preliminare è andata in scena la prima udienza del processo che vede coinvolti cinque imputati che, a vario titolo, hanno preso parte all’aggressione nei suoi confronti. Una prima udienza non priva di colpi di scena in cui uno degli imputati, Saverio Barbera, ha confessato di aver sparato.
“Sono stato io a premere il grilletto. L’ho fatto per paura e dopo che  Antonio Tropea mi ha detto di farlo. Gonnelli aveva reagito e me lo sono trovato davanti. Che dovevo fare?”.
Una confessione che trascina il Tropea direttamente sulla scena del crimine  sconfessando proprio la sua stessa versione dei fatti fornita lo scorso 22 luglio: “Ero presente ma non sono entrato all’interno della villa, sono rimasto fuori”. Questo  aveva raccontato agli inquirenti poco prima del processo lo stesso co-indagato.
Saverio Barbera invece ha snocciolato per filo e per segno quanto è accaduto quella sera, parlando poi di una fuga a bordo di una jeep rubata ritrovata dagli investigatori alcune centinaia di metri più avanti.
Il processo è stato rinviato al 4 di ottobre quando il pubblico ministero Massimo Mannucci e i difensori entreranno nel merito della vicenda.

 

 

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