Caso Asia Bibi, condannata a morte perché cristiana. Il vescovo: “Serve un’azione politica”

di ROBERTO OLIVATO

LIVORNO – Quello che da quattro anni avviene in Pakistan, nei confronti di una donna, è di quanto di più anacronistico, atroce e disumano si possa immaginare e purtroppo sottaciuto da gran parte dei mezzi di comunicazione. Il fatto risale al giugno del 2009 quando Asia Bibi, una giovane madre di due bambini, di religione cristiana cattolica, venne accusata da un gruppo di donne musulmane di aver offeso Maometto. La donna venne arrestata, picchiata e stuprata, nonostante avesse sempre negato le offese per le quali era imputata, bensì di essere perseguitata per la sua religione, alla fine venne rinchiusa in una cella di circa dieci metri quadrati, senza finestra. Il perché della sua assurda carcerazione, è raccontato in queste frasi tratte da una sua lettera:

‘’Il mio torto? Solo quello di avere bevuto dell’acqua proveniente da un pozzo di alcune donne musulmane, usando il «loro» bicchiere, quando c’erano 40 gradi al sole. Io, Asia Bibi, sono condannata a morte perché avevo sete. Sono in carcere perché ho usato lo stesso bicchiere di quelle donne musulmane. Perché io, una cristiana, cioè una che quelle sciocche compagne di lavoro ritengono impura, ho offerto dell’acqua a un’altra donna. Voglio che la mia povera voce, che da questa lurida prigione denuncia tanta ingiustizia e tanta barbarie, trovi ascolto. Desidero che tutti coloro che mi vogliono vedere morta sappiano che ho lavorato per anni presso una coppia di ricchi funzionari musulmani. Voglio dire a chi mi condanna che per i membri di quella famiglia, che sono dei buoni musulmani, il fatto che a preparare i loro pasti e a lavare le loro stoviglie fosse una cristiana non era un problema. Ho passato da loro 6 anni della mia vita ed è per me una seconda famiglia, che mi ama come una figlia! Sono arrabbiata con questa legge sulla blasfemia, responsabile della morte di tanti ahmadi, cristiani, musulmani e persino indù. Da troppo tempo questa legge getta in prigione degli innocenti come me ’’.

Ad avvalorare quanto asserito da Asia, l’assassinio di due politici pachistani che hanno avuto il torto di sostenere l’innocenza della giovane madre cristiana. Entrambi, il governatore del Punjab Salman Taseer ed il ministro per le minorane il primo musulmano ed il secondo cristiano, vennero uccisi per strada, dopo aver fatto visita in carcere ad Asia Bibi. Sembra quasi impossibile che ai giorni nostri avvengano certe barbarie nei confronti di cristiani, ma così purtroppo è. A fronte dell’apertura di Moschee in mezzo mondo, i cristiani nei paesi musulmani continuano ad essere perseguitati ed in alcuni casi arresati ed uccisi. Da qualche mese, timidamente, alcuni organi d’informazione hanno incominciato ad interessarsi al caso, per sollecitare la classe politica internazionale, ma a tutt’oggi la povera Asia, dopo quattro anni ed in condizioni di salute molto precarie, è ancora rinchiusa nei suoi dieci metri quadri lontano dalla sua famiglia. L’Avvenire ha iniziato una raccolta di firme da presentare ai governati pachistani. Anche ‘’Qui Livorno’’ ha deciso di mettersi al fianco di Asia raccogliendo i vostri commenti a dimostrazione della sensibilità umanitaria di Livorno, città multirazziale per eccellenza, nei confronti della segregata Asia Bibi. Al suo rientro dalla Terra Santa, abbiamo sentito a tal proposito monsignor Simone Giusti e fra Gino Buccarello ministro Provinciale dell’Ordine Trinitario, presente a Livorno per salutare il confratello padre Emilio, neo parroco di S. Ferdinando.

Monsignor Giusti, il caso di Asia Bibi meriterebbe forse una maggiore attenzione e divulgazione da parte anche della nostra diocesi, come ha cominciato a fare l’Avvenire con la raccolta di firme a favore della scarcerazione della giovane madre.

“Per la verità ho sempre evidenziato i maltrattamenti ed i soprusi subiti dai cristiani nel mondo ed anche in occasione della festa di Santa Giulia, parlai delle centinaia di casi conosciuti di persecuzioni e di carcerazioni, fra i quali anche il caso della povera Asia. La raccolta di firme che serve per sensibilizzare l’opinione pubblica, non servirà a nulla se non sarà affiancata da un’energica azione politica, che serva a riappacificare il mondo specialmente quello mediorientale, dove purtroppo anche in questi giorni, in queste ore vediamo il ripetersi di errori, soprattutto degli Stati Uniti, ma anche francesi, inglesi che si preparano a commettere lo stesso errore fatto nella guerra del Golfo, dove con l’alibi delle armi chimiche andarono a bombardare per difendere loro interessi economici. E’ il dialogo quello che serve, come ricordato in questi giorni anche da Papa Francesco ’’.

Padre Buccarello il caso Asia Bibi sembra fatto apposta per il vostro Ordine. Voi trinitari, nei secoli, siete sempre stati i paladini della liberazione dalla schiavitù musulmana, degli schiavi cristiani. Oggi negli anni duemila, si ripresenta questo anacronistico caso, che però richiama all’attenzione il vostro carisma….

“E’ vero, a distanza di mezzo secolo, ci accorgiamo che i soprusi nei confronti dei cristiani continuano ad essere perpetuati in diversi paesi del mondo. Il nostro Ordine è attualmente impegnato nei Paesi Arabi e sappiamo di trattative in corso anche col Pakistan, ma non posso dire di più. Per il momento invito ad unirci tutti in preghiera”.

 

 

 

 

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