Toncelli: meglio la padella o la brace?

Leggiamo che il segretario del PD Livornese De Filicaia e l’ex Ministro Matteoli del PDL si sfidano nella tenzone elettorale per il rinnovo della giunta comunale nel 2014. E’ positivo che ne comincino a parlare, ma sarà bene che non facciano troppo presto i conti per una sfida a due come in passato. L’impressione è che entrambi non si rendano conto della vera situazione della città e soprattutto delle cause che l’hanno prodotta. Livorno è una città completamente isolata dal resto del territorio, non solo in senso economico e politico, ma soprattutto culturale e mentale. La spasmodica difesa degli interessi particolari ha sopraffatto il perseguimento di quello generale. Nel turismo (che potrebbe essere una grande risorsa) riusciamo persino a far scappare i turisti con le loro navi. La cultura è sacrificata e i monumenti sono lasciati nel degrado. L’unica risposta alla crisi che viene apparentemente concepita consiste nel far nuove case, peraltro in una città in cui l’IRPET prevede una riduzione progressiva degli abitanti di qui al 2020. La classe dirigente livornese non riesce neppure a produrre un percorso comune con la vicina Collesalvetti, vedi il Piano Strutturale che Livorno vuole fare per se. La mancanza di peso della città nelle istituzioni superiori è evidente. La risposta all’emergenza sociale ormai arriva spesso da soggetti ai confini della legalità, che forniscono un tetto alle famiglie colpite dagli sfratti, più che dalle istituzioni. Il PDL a questo punto dirà che la colpa è del PD che ha governato, però è bene notare che basta andare nella vicina Pisa (guidata dal PD) per respirare un’aria completamente diversa e vedere iniziative di sviluppo che si susseguono secondo un progetto di città che guarda al futuro. La colpa quindi non è di una specifica parte politica, ma di una intera classe dirigente che ha fatto il suo tempo, incapace di guidare la città se non verso il suo passato. D’altra parte in democrazia una buona opposizione fa una buona maggioranza (e viceversa) e il PDL non ci ha certo mostrato unità di intenti ed una capacità di visione migliore di quella del PD. Sappiamo bene che in entrambi i partiti ci sono componenti sinceramente rivolte ad un cambiamento, ma è un dato di fatto che oggi queste due compagini esprimono un conservatorismo chiuso e anacronistico. Il porto ne è forse l’esempio migliore. PD e PDL fanno a gara per difendere le rendite di posizione dei rispettivi simpatizzanti mentre il nostro scalo, che era il secondo d’Europa per traffico di contenitori nei primi anni ’80 scivolava lentamente fino a finire nel 2010 fuori dalla lista dei primi 40. Quindi chi a destra pensa che stavolta potrebbe essere finalmente arrivato il proprio turno, si ricordi che già una volta una “gioiosa macchina da guerra” è rimasta con le pive nel sacco. Senza contare che ormai le ideologie hanno fatto il loro tempo, mentre oggi servono idee concrete e visioni aperte. Serve ridare spazio all’iniziativa, liberare le energie, accogliere i contributi esterni (economici, turistici o culturali che siano) privilegiando il merito e la competenza, non le appartenenze! Serve ridare speranza ad una città oggi prigioniera in una bolla polverosa. Per questo noi di Progetto per Livorno stiamo lavorando per costituire un polo civico che sfidi la conservazione, che rompa gli schemi di una città ingessata, che superi le incrostazioni di un passato che è il momento di gettarsi alle spalle.

Cristiano Toncelli

progettoperlivorno.org

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