Toncelli: crociere, nemmeno la vicinanza alle città d’arte ci aiuta

Il mercato crocieristico italiano è ai massimi. Nel 2013 si è sfiorato il record di passeggeri e pare che il settore non conosca crisi. Tutti i porti più importanti hanno il segno “più”, meno il nostro. Mentre tutti gli altri festeggiano, noi riusciamo nientedimeno che ad avere un anno nero, anzi nerissimo. Le stime ufficiali parlano di un calo di presenze a fine anno del 18%, che corrisponde quasi a duecentomila turisti in meno, ma secondo altri la voragine potrebbe essere ancora maggiore.
Bel risultato davvero, per quello che dovrebbe essere il “Porto della Toscana”. Neppure la vicinanza alle città d’arte più belle del mondo riesce a nascondere la nostra incapacità (o mancanza di volontà) nel puntare sul turismo. A poco serve che, come annunciato, la Royal Caribbean farà scalare nel 2013 a Livorno qualche nave aggiuntiva, perché si parla solo di circa trentamila presenze in più. Appare persino tragicamente comico che l’Italian Cruise Day, il “punto nave” del settore, quest’anno si faccia proprio qui. Il prossimo 25 ottobre i nostri rappresentanti dovranno salire sul palco a magnificare dei risultati mirabolanti per tutti meno che per loro. Quali sono i motivi di questa “Caporetto a Mare”? Principalmente due. Il primo è legato agli accosti dell’Alto Fondale, che come noto sono in concessione alla Compagnia Portuali. Una concessione a scadenza lunghissima (2024), a differenza di altre che sul porto vengono rinnovate di anno in anno. Pur se la Compagnia usava molto poco quegli accosti e incassava soldi dalla Porto2000 per ogni Love Boat in arrivo, veniva comunque mantenuta la precedenza per le navi commerciali, con il risultato che all’ultimo minuto si mandavano via navi passeggeri che avevano pianificato l’arrivo da molto tempo. Questa situazione è stata sanata, a buoi largamente scappati, con un fragile protocollo di intesa. Dato però che a Livorno siamo bravi a fare disastri, uno non bastava.
Ci si è messa anche la Porto2000, che in pratica ha fatto la guerra alle compagnie delle crociere sue clienti, visto che ai turisti venivano proposti pacchetti visita in diretta concorrenza di quelli venduti a bordo. Occorre infatti sapere che i biglietti per le crociere sono quasi sottocosto proprio perché il ritorno economico è garantito dai pacchetti visita venduti ad ogni scalo. Ma ecco che a chi scendeva se ne proponevano altri per le stesse città a prezzo più basso. Questo spiega perché le Compagnie si sono difese informando i turisti che a Livorno “non c’è nulla da vedere” e offrendosi di portarli gratuitamente alla Stazione o all’Ipercoop. Tutto pur di non farli scendere in città, visto che ne subivano un danno economico.
Con questo capolavoro, si potrebbe pensare che ci sia qualche responsabile. Neppure a pensarci! Leggiamo che pochi giorni fa il segretario del PD avrebbe dichiarato: «Privatizzare ora la Porto 2000 sarebbe un errore. Si perderebbe un volano della città. Quando il pubblico funziona bene, deve essere valorizzato». Se questo è funzionare bene, auguriamoci che non vada meglio! Sarebbe invece normale che chi dirige la Porto2000 prendesse atto del suo colossale fallimento e desse le dimissioni. Sarebbe anche normale che il percorso di privatizzazione (obbligato per legge) procedesse, senza che “attuali operatori portuali” (leggi, Compagnia) ci mettessero le mire. Anche a La Spezia, grazie agli accosti che ci siamo fatti scippare, hanno iniziato a parlare di privatizzazione del loro terminalista, ma stanno parlando con Royal Caribbean, cioè con chi nel settore ci opera ed è seriamente intenzionato a valorizzare lo scalo. Tanto per non farci mancare nulla, leggiamo anche che il Comune sarebbe latitante nell’approvare la variante anticipatrice del PRG che ufficializza la nuova zonizzazione. Dopo tutto, delle crociere non ci siamo voluti prendere neppure gli scarti. Ogni riferimento alla Costa Concordia è puramente voluto.

 Cristiano Toncelli progettoperlivorno.org

 

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