Sinistra Anticapitalista: fermiamo la privatizzazione di Porto 2000

Si è appena insediato il nuovo governo locale che già appaiono, in tutta la loro complessità, le molte questioni importanti rimaste in sospeso con l’Amministrazione precedente. Una in particolare ha occupato le pagine dei quotidiani locali di questi giorni: la privatizzazione della Porto di Livorno 2000 per la quale dovremmo, a settembre, andare a gara nel totale silenzio assenso della Regione Toscana, che al contrario potrebbe evitarla acquisendone le quote. Come Sinistra Anticapitalista riteniamo, ma in realtà è l’esperienza che ce lo insegna, che con le privatizzazioni si peggiorino le condizioni di vita dei lavoratori, i servizi, i costi di gestione e pensiamo altresì che sarebbe opportuno, prima di passare formalmente all’iter previsto per la privatizzazione, discutere meglio dell’opportunità di evitare questa prospettiva.
Andare oggi ad una asta, secondo le valutazioni dell’Advisor, significherebbe svendere una azienda sana, che è stata capace di recuperare, in questi ultimi anni, le voragini lasciate dalla gestione Lenzi e distribuire ai soci pubblici utili significativi e non si può arrivare alla formalizzazione della gara senza un dibattito pubblico aperto e limpido che coinvolga prima di tutto i lavoratori stabili e precari che sono stati il motore di questo recupero. L’operazione dell’acquisizione delle quote della Porto di Livorno 2000 da parte della Regione, sarebbe auspicabile anche perchè offrirebbe l’opportunità di un coinvolgimento societario di SAT (Società Aeroporto Toscano, dove i soci pubblici avranno nel prossimo CdA 4 membri contro i 7 della società privata Corporacion America che detiene il 53% delle azioni) e quindi di avviare finalmente una vera programmazione logistica di area vasta, con il Porto di Livorno non solo punto di transito ma anche di partenza/arrivo delle Crociere.
Un collegamento integrato tra aeroporto internazionale pisano e il porto di Livorno, in una regione come quella Toscana, incrementerebbe un flusso turistico già importante e poiché le “navi cercano la merce”, in questo caso la merce turista, questo andrebbe tutto a favore di Livorno.
Una simile alleanza inoltre potrebbe funzionare come ottimo deterrente della conflittualità inconcludente tra operatori portuali e garantirebbe il controllo e quindi la complementarietà con le attività commerciali ed industriali, assolutamente necessaria, della croceristica nell’economia complessiva del nostro porto che deve deve essere caratterizzato da una diversificazione delle attività, senza trascurare alcun settore.
Altre sarebbero quindi le priorità per il porto e la città: garantire una adeguata manutenzione, in modo particolare dei fondali, elettrificazione delle banchine per garantire il rispetto dellle norme ambientali dell’aria, rompere con la tendenza a inseguire il gigantismo navale, creare le condizioni perché il nostro porto diventi una stazione fondamentale per le “autostrade del mare”, sviluppare il retroporto e potenziare i collegamenti in modo particolare i servizi ferroviari, creando finalmente quelli tra il porto e l’interporto Vespucci.
Per tutti questi motivi sarebbe sicuramente più auspicabile e meglio lasciare la P.2000 a capitale pubblico come minimo finché non si è realizzato il processo di zonizzazione delle aree previsto dal Piano regolatore attualmente all’esame del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici che, per altro, deve verificare ai fini della sicurezza proprio il progetto relativo alla banchina unica destinata al polo delle navi da crociera.
Auspichiamo quindi, vista l’accelerazione data al percorso di privatizzazione, che il Comune rinvii tale decisione e verifichi quanto prima con la Regione il reale interesse ad un’operazione di questo tipo che farebbe bene in primis ai lavoratori e non solo a quelli della Porto di Livorno 2000, ma anche a tutti i livornesi perché come dicevano i nostri nonni “chi vende non è più suo” e comanda qualcun altro…con il conseguente pericolo per i livelli occupazionali nel settore, in una città stremata dalla crisi.

Sinistra Anticapitalista Livorno

 

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