Sindaco, ecco le nostre idee sulla portualità

Egregio Sindaco Filippo Nogarin,
con la convocazione del primo Consiglio Comunale, si apre una nuova fase politica e istituzionale carica di incognite ed aspettative. Riteniamo utile ricordare come la sua elezione, per effetto di una legge ultramaggioritaria e per l’alto astensionismo che ha caratterizzato questa tornata elettorale, le consegna legittimamente i poteri derivati dalla sua carica e un’ampia maggioranza nel Consiglio Comunale a fronte di una scarsa rappresentatività rispetto al corpo elettorale della nostra Città.
L’assenza di un nostro rappresentante in Consiglio Comunale, la presa d’atto che la coalizione di Sinistra per la quale abbiamo dato il nostro contributo al raggiungimento di un ottimo risultate, si sia esaurita con il confronto elettorale, ci stimolano ad intensificare la nostra iniziativa politica sui temi della portualità, verso i quali ella sta giustamente dimostrando una particolare attenzione. Pensiamo sia interesse comune che il nostro scalo superi la particolare criticità che lo affligge, risultato della crisi generale sommata ad una assenza di programmazione, che ha caratterizzato l’intero gruppo dirigente che in questi anni ha amministrato la Città. In questi anni abbiamo agito in Consiglio Comunale e fuori da esso, attraverso serrati confronti con i lavoratori (siamo anche noi lavoratori del porto), continui aggiornamento sulle dinamiche prodotte dalla crisi, anche attraverso interlocuzioni con esperti del settore portuale e logistico a livello nazionale e locale, consapevoli di dover modificare la deriva declinante livornese, frutto di un’analisi miope, ed un’azione autoreferente, espressa dal locale PD anche su questi temi. Noi ripartiamo quindi dalla nostra lettura critica che ha riguardato sia il Piano Regolatore Portuale, sia le c.d. “varianti” al Piano Strutturale della Città che interessano sia la Piattaforma Europa che le aree di waterfront cittadino.
Tuttavia le segnaliamo che è forte il rischio che il suo approccio tecnicistico riporti l’azione dell’Amministrazione Comunale a focalizzarsi più su un ambito gestionale che non di governo, proprio come le Amministrazioni che l’ hanno preceduta.
Riteniamo invece che occorra definire una vision che riporti Livorno e il suo porto ad avere il ruolo che gli spetta nello scenario nazionale e internazionale, non solo in termini commerciali e operativi ma anche in termini d’indirizzo. Il ruolo politico e di indirizzo che può svolgere L’Amministrazione Comunale ed il Sindaco di Livorno non è poco, a condizione che vi sia consapevolezza della necessità di affrontare le ricadute dei problemi esistenti nel contesto dello shipping internazionale, che incidono notevolmente sulle scelte di programmazione nazionale e locale.
La crisi ha modificato le strutture del trasporto marittimo, caratterizzato in questa fase dal processo di gigantismo navale, dal problema dell’”overcapacity” terminalistico e di stiva, dal folle concentramento degli slots da parte di pochissimi grandi soggetti armatoriali (vedi accordo P.3) che rischiano di condizionare non solo il destino di singoli porti, ma addirittura le sorti d’intere regioni geografiche. Per questo condividiamo le preoccupazioni espresse recentemente a Göteborg dal Presidente dell’Autorità Portuale Avv. Giuliano Gallanti, sul rischio che l’intiero Mediterraneo possa essere marginalizzato se tale mercato non avrà una regolamentazione internazionale del trasporto marittimo.
Riteniamo che l’Amministrazione Comunale di Livorno, a partire dalla sua presenza in ANCI, possa svolgere un ruolo di protagonista per la sensibilizzazione su questo problema, esortando anche gli attori locali, politici, istituzionali, sociali ed imprenditoriali, al raggiungimento di questo obiettivo attraverso le loro rappresentanze nazionali ed europee.
Dato che la forza politica che Lei rappresenta ha una forte presenza nel Parlamento italiano, il cui potenziale, a nostro avviso è stato fino a oggi “congelato”, le segnaliamo un altro elemento sottovalutato e poco discusso a Livorno: la verifica dello stato dell’arte sull’iter di modifica di modifica alla L. 84/’94, sollecitata dal Ministro Lupi, i cui contenuti si basano più su un’ottica di riduzione della spesa, che non su una riorganizzazione funzionale del sistema portuale, Alcuni indirizzi, presenti nei diversi testi hanno come obiettivo la riduzione del numero delle Autorità Portuali, attraverso la soppressione o l’accorpamento di questi Enti. Il questo ambito sta prendendo corpo l’ipotesi di far rientrare il nostro scalo nella giurisdizione di La Spezia, potendo sparire dalla scena l’Autorità Portuale di Livorno. Ciò comporterebbe un forte ridimensionamento del nostro scalo, in particolare del settore dei contenitori, che è l’attività a maggior valore aggiunto in termini di creazione di ricchezza ed occupazione. Va aggiunto che nei testi fino ad oggi proposti, il ruolo dei Comuni perderebbe il loro peso rispetto all’attuale ordinamento, sia sulla nomina dei Presidenti delle Autorità Portuali, sia sulla loro funzione in seno ai Comitati Portuali. Nella versione governativa della proposta, i Presidenti delle Autorità Portuali sarebbero una sorta di Amministratore Unico di questi Enti. La volontà di costituire i “distretti logistici” pone con forza il rapporto fra il porto e il suo collegamento funzionale con l’Interporto Amerigo Vespucci.
Livorno su questi temi non ha più voce e idee da mettere in campo a livello nazionale. Noi pensiamo che Livorno debba ritornare ad avere una voce ed un ruolo propositivo, come lo ha avuto nel passato. Fra l’altro nell’VIII° Commissione del Senato vi sono due autorevoli rappresentanti livornesi che in seno alla stessa ricoprono incarichi di rilievo in rappresentanza della “strana maggioranza” che sostiene il Governo Renzi, i quali dovranno essere interlocutori imprescindibili

Piano Regolatore Portuale.
La discussione su questo importante strumento programmatico è avvenuta più sulla base di suggestioni che non di elementi e studi scientifici che valutassero le attività interne al nostro scalo in base ad il valore aggiunto creato in termini di ricchezza e occupazione contrattualizzata creato, per poi definire una visione di prospettiva. Tutto ciò ha limitato il PRP ad un mero assetto di aree funzionali in modo confuso e spesso squilibrato rispetto alle reali esigenze economiche di processi funzionali.
Per noi rimane centrale il punto che il nostro scalo debba mantenere e sviluppare il suo carattere commerciale, dando risposte concrete anche alle esigenze delle attività crocieristiche in un’ottica di complementarietà. Il segnale che è passato fra i lavoratori del porto, che è costato caro in termini elettorali al PD, è stato quello opposto: cioè di dare centralità al settore crocieristico a detrimento di quello commerciale, non dando con ciò risposte adeguate ne all’uno ne all’altro settore. Infatti l’assetto definito dal è esuberante rispetto alle reali necessità del settore crocieristico che abbisogna più che altro di banchine per accogliere i grandi vettori. L’accordo trovato tra Cilp e Porto di Livorno 2000 sulla Calata Alti Fondali è utile a definire un assetto stabile per il settore crociere, ma senza la resecazione della Calata Orlando e il tombamento della Darsena Firenze si discute di poco o del nulla.
Il lavoro portuale deve tornare ad essere un fattore centrale delle sviluppo del porto, su cui si misurano non solo le condizioni sociali dei lavoratori, ma anche i caratteri imprenditoriali che vogliamo sviluppare: nanismo imprenditoriale prevalentemente intermediario o dimensionamento “industriale”? .
Nell’immediato dovrà essere affrontata la crisi dell’ALP, la funzione dell’art.17 (lavoro portuale temporaneo), la sorte dei suoi dipendenti. La decisione di attuare la modifica recentemente approvata al comma 15, art 17, L.84/’94 è certamente da valutare come misura tampone per far mantenere ad ALP per affrontare i problemi di emergenza che questa azienda vive. Ma non vi sono dubbi che questa azienda e le funzioni che svolge debbono essere stabilizzate anche attraverso la totale partecipazione di tutte le imprese autorizzate ai sensi dell’art 16, nella compagine societaria attraverso azioni di moral suasion da esercitare in modo coordinato con l’Autorità Portuale. Inoltre si pone il problema di consolidare e rafforzare le funziono dell’art. 17 pensando anche ad un processo, sicuramente non attuabile nell’immediato, che veda l’esaurimento o il forte dimensionamento degli attuali art. 16, garantendo strumenti di tutela per tutti i lavoratori che a vario titolo svolgono operazioni portuali.
Sindaco Nogarin, con questa lettera aperta abbiamo voluto segnalarle alcune delle priorità e dei temi senza affrontare i quali parlare di ripresa e di sviluppo del nostro porto diventa un eufemismo. Come contributo alla discussione che il Consiglio Comunale dovrà affrontare le faremo pervenire i nostri documenti elaborati in questi anni. Starà a lei valutare come e se utilizzare questa nostra disponibilità al confronto sui temi della portualità e sulla logistica.
A Lei e all’intero Consiglio Comunale facciamo sinceri auguri di buon lavoro.

Il Segretario Luigi Moggia del Circolo “Porto” PRC Livorno 

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