Sel: 8 marzo, sempre al fianco delle donne e il governo non si inceppi sulla parità di genere

Il femminicidio è un fenomeno in aumento sotto gli occhi di tutti: 103 vittime nel 2013 contro le 93 del 2012. Ci chiediamo: perché ? Cosa sta succedendo nella coscienza sociale italiana? Ci stracciamo le vesti e si invocano misure deterrenti efficaci. Ma quando ci si inoltra nel territorio maschile della politica , oltre alla pubblica condanna alcuni fondamentali restano intoccabili. Quando avvero, ma davvero, occorre garantire che uomini e donne abbiano la stessa possibilità reale di essere eletti, scattano meccanismi di sbarramento e di conservazione del potere maschile. Gli uomini dei partiti vogliono essere loro a decidere in ogni caso chi sarà eletto. Ed anche se è vero che nel Governo oggi sono presenti 8 donne, è altrettanto vero che è stato abolito il Ministero delle Pari Opportunità e che questo Parlamento si inceppa di fronte ad un emendamento sulla parità di genere firmato da numerosi parlamentari. Casualmente questo percorso attraversa la giornata dell’8 Marzo che mai come quest’anno avrebbe potuto segnare il raggiungimento di un importante risultato. Del resto quanto sia necessario l’intervento normativo sulla rappresentanza di genere lo dimostra il recente risultato delle elezioni regionali in Sardegna, dove su 60 consiglieri solo 4 sono donne. Con questo non voglio certo significare che la parità di genere nelle Istituzioni sia il rimedio al femminicidio, certo però spetterebbe alla politica attribuire simbolicamente e sostanzialmente maggiore valore a quella rappresentanza che in altri Paesi è consuetudine consolidata. Anche la nostra Costituzione peraltro all’art. 3 ed all’art. 51 sancisce la parità dei generi e la Presidente della Camera Boldrini ha invocato proprio questi articoli sostenendone l’applicazione nella nuova Legge elettorale. SEL, che sostiene in Parlamento questa rivendicazione anche chiedendo il voto palese, ritiene l’uguaglianza dei sessi, nel rispetto della loro diversità, uno degli elementi fondanti del patto sociale. Le politiche di genere, così come quelle ambientali, sono state in qualche misura scavalcate dalla crisi economica, facendo marcare una battuta d’arresto nel loro sviluppo. Eppure proprio durante le crisi economiche le donne, come i giovani, pagano un prezzo maggiore. Loro è la maggiore disoccupazione, loro è l’onere dell’arretramento del welfare, loro è la colpa da espiare per i fallimenti familiari. L’augurio di SEL è che il cammino per l’emancipazione femminile prosegua nelle modalità più attuali ed appropriate mentre conferma ed anzi moltiplica il proprio impegno politico a fianco delle donne italiane.

Graziella Pierfederici sel Livorno

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