Sciopero Ctt Nord. L’Aci: “L’inalienabile diritto alla mobilità pubblica”

Tutto ciò che concerne la mobilità, sia essa di natura privata che prettamente pubblica, rappresenta un argomento sensibile agli interessi del nostro Ente ed affine alla mission istituzionale che storicamente contraddistingue l’attività portata avanti dall’Automobile Club Livorno. Per questo, di fronte alla notizia della non annunciata astensione dal lavoro dei dipendenti del Ctt Nord che tanti disagi lo scorso 6 dicembre ha provocato sui territori di Livorno e Pisa, province comprese, ci sentiamo in dovere di assumere una posizione nel quadro della fisiologica discussione scaturita in virtù di tale protesta portata avanti con metodi scarsamente rispettosi delle leggi e soprattutto delle concrete necessità dell’utenza. Su un centinaio di mezzi che avrebbero dovuto uscire dai depositi, hanno infatti regolarmente espletato i tragitti programmati appena dieci bus, tra cui sette minibus per disabili e un pullman dedicato al trasporto dei ragazzi verso alcuni istituti scolastici. Una copertura troppo esigua che non ha potuto evitare la sgradevole esperienza di una forte criticità logistica per le categorie più disparate. Una brutta esperienza trasversale vissuta da studenti, lavoratori e pendolari che avevano il bisogno di raggiungere la stazione ferroviaria. Ma in primis anche tanti, troppi anziani, tradizionalmente la fascia d’età più numerosa tra la clientela abituale ed abbonata. Anche se da un lato comprendiamo bene quindi le importanti motivazioni economiche alla base della suddetta protesta (la disdetta dei contratti integrativi ed una conseguente decurtazione sugli stipendi), non riusciamo a condividere la virata improvvisa verso la scelta di una forma ‘poco ortodossa’ (inizialmente, l’agitazione avrebbe dovuto limitarsi ad un periodo compreso tra le 17 e le 21) che praticamente per un giorno intero ha lasciato migliaia di persone a piedi.

Una mancanza grave in quanto compiuta volontariamente in spregio a quel diritto alla libertà di circolazione dell’individuo sancito anche dalla nostra Carta Costituzionale all’art.16 e che, al contrario, potrebbe e dovrebbe venire tutelato in primis da un servizio efficiente di trasporto pubblico. Oggi più che mai, alla luce del momento storico che pone molte persone di fronte al rischio di trovarsi tagliate fuori dalla chance offerta dalla mobilità privata coinsiderata la difficile congiuntura economica e la contemporanea pressione delle spese legate all’utilizzo dell’automobile.

Franco Pardini

Presidente AC Livorno

 

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