“Recupero Concordia, Livorno e Piombino uniscano le forze, calcoliamo 550 nuovi posti di lavoro”

Negli ultimi giorni, tra le pagine dei quotidiani di respiro sia locale sia nazionale pare tornata magicamente d’attualità la questione legata al recupero e trasporto, una volta che si sarà riusciti a rimettere la nave in linea di galleggiamento, del relitto della Costa Concordia all’Isola del Giglio. Una problematica che agli occhi dell’opinione pubblica sembrava già risolta o addirittura dimenticata una volta caduta nell’oblio mediatico e che, al contrario, si ripropone ancora una volta, a ben un anno e mezzo di distanza dal tragico naufragio, in tutta la sua criticità.
Unica soluzione. Alla luce della lenta e farraginosa procedura burocratico-organizzativa che si è dipanata a monte dell’avvio delle operazioni di recupero del relitto, per noi della società Gestione Bacini sarebbe oggi sin troppo semplice ribadire il sin troppo tristemente noto ritornello del ‘l’avevamo detto’. Si tratterebbe di una mera soddisfazione fine a sé stessa, visto che non era certo difficile prevedere che l’iter scivolasse progressivamente nella direzione del peggioramento delle condizioni da noi previste. Ora, finalmente, gli incaricati si sono accorti che l’unica strada percorribile era in realtà quella da noi suggerita più volte, anche pubblicamente a mezzo stampa. Una serie di proposte che avevano addirittura sollevato le ire di alcuni cosiddetti ‘addetti ai lavori’. Finalmente invece, ci si è resi conto che l’unica soluzione praticabile in concreto è quella di ‘allibare’ la nave una volta raddrizzata. Questo al fine di poterla condurre, previo svuotamento dei cassoni, in un porto limitrofo di modo da limitare al minimo i rischi inevitabilmente connessi ad un trasporto di portata così eccezionale.

Livorno – Piombino: possibile sinergia. Di pari passo, se lo svuotamento parziale del relitto si è confermato così il solo progetto realmente proponibile, la destinazione altrettanto logica e naturale tornerebbe ad essere quella del porto di Livorno. Nella città dei Quattro Mori esiste già un bacino praticamente pronto per ospitare il relitto. D’altro canto invece, la ‘cugina’ Piombino non sarebbe stata altrettanto preparata per accogliere sul piano logistico un’invitata di stazza tanto ingombrante, eppure in provincia si stanno giustamente attrezzando al fine di essere in grado di ormeggiare la nave a banchina. Ecco così che l’attuale stato di cose dei due porti suggerirebbe ad entrambi di proporsi come protagonisti dell’operazione, mettendo in opera una proficua e sinergica collaborazione. Una volta demolita la parte superiore della Concordia ed eseguiti i lavori di messa in sicurezza a Piombino, la nave infatti tornerebbe a godere di un galleggiamento definibile come ‘normale’. Una condizione che consentirebbe di aprire una fase ulteriore, ovvero traslare la nave nell’ampio bacino in muratura a Livorno dove si potrebbe comodamente procedere all’opera di smantellamento finale. Una soluzione che accontenterebbe tutti, creando occasioni di lavoro importanti per entrambe le realtà della costa: da una parte Piombino maturerebbe curriculum ed un’esperienza significativa in questo specifico settore marittimo, dall’altra il capoluogo di provincia tornerebbe a beneficiare del proprio bacino reinserito nella sua funzionalità più naturale e congenita per ciò che venne costruito. Un primo importante passo per il recupero del bacino, con un occhio rivolto al ritorno di un’attività cantieristica da sviluppare anche nel prossimo futuro. Ma soprattutto, a dimostrazione tangibile della sua più che possibile concialibilità con l’emergente porto turistico che dovrà sorgere in prossimità di quell’area.

La nuova proposta: benefici anche per Azimut. Gestione Bacini quindi sostiene di non perdere questa opportunità e propone di affrontare con calma le questioni legate al ‘dopo’. Tutte le forze politiche, nazionali e regionali, inizialmente erano apparse molto favorevoli all’idea di ospitare la Concordia a Livorno: in questo modo, una pioggia di finanziamenti sarebbero ricaduti sullo stesso settore portuale labronico. Le sole voci fuori dal coro, oppostesi peraltro con toni durissimi, sono state paradossalmente le forze politiche locali (assessore Nebbiai escluso ma che per le sue osservazioni venne redarguito dalla ‘compagine’ comunale come fosse un marziano), sindacati compresi. Al contrario, pensiamo che sia giunto il momento di lavorare in sinergia. Abbandonando inutili campanilismi ma anzi costruendo un polo di riparazioni navali a Piombino e in contemporanea, sfruttare il traino dell’ ‘effetto Concordia’ per rianimare l’interesse a Livorno attorno alla situazione del bacino grande. Una location che sarebbe ideale anche per ospitare in maniera esclusiva le numerose navi da crociera, in sosta di continuo nel nostro porto. In più, intendiamo allargare la nostra idea sposandola con il parallelo progetto di Azimut-Benetti. La nostra proposta infatti è quella di portare il bacino galleggiante a Piombino, liberando un’altra banchina e spazio che diverrebbe utilissimo ai grandi yacht. Nel contempo, vorremmo attrezzare un bacino più piccolo rispetto all’attuale galleggiante (il quale risulta assolutamente inadatto anche sotto il profilo degli alti costi economici). Un nuovo ‘spot’ che sarebbe in grado di ospitare barche fino a 120 metri, da posizionare presso gli spazi del cantiere Montano, nostro partner e azionista. Così facendo, Azimut arriverebbe a godere di spazi più grandi rispetto agli attuali, il bacino in muratura lavorerebbe sulla navi da crociera ad impatto zero e questo produrebbe di conseguenza benefici innegabili anche sotto il profilo dell’impiego: in termini di forza lavoro, questo progetto è valutabile infatti intorno a 550 nuovi posti su Livorno ed altrettanti per il porto di Piombino.

Marco Fiorillo Gestione Bacini spa

 

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