Porto. L’emendamento d’instabilità

L’ emendamento inserito nella legge di stabilità che recentemente è stato approvato con un blitz in Parlamento, che modifica l’art. 17 della Legge 84’94, rischia di creare ancora più confusione nel già di per se complicato panorama portuale. Esso è stato inserito per andare incontro alle esigenze di alcune realtà in difficoltà economiche e con un certo numero di personale in esubero , come per esempio a Genova dove la Culmv è l’ unico soggetto chiamato dai terminalisti.

Se però si analizza attentamente , all’ art. 17 si aggiunge la dicitura ” qualora un’ agenzia o un impresa che svolgono prevalentemente o esclusivamente lavoro temporaneo ai sensi del presente articolo nonchè dell’ art.16 …..” , questa aggiunta sicuramente scritta in buona fede ,non da adito a nostro avviso a più interpretazioni : ebbene , se un impresa di servizi , quindi art. 16 o 16 bis finora non poteva erogare manodopera , che spettava solo all’art.17 con queste righe in più in futuro il “lavoro portuale temporaneo può essere erogato anche dagli art. 16, con buona pace degli art. 17 là dove sono presenti come qui a Livorno.

Infatti , a noi sembra che sia un emendamento che calza a pennello anche per il nostro porto in senso negativo , se consideriamo i problemi che hanno portato alla chiusura di Agelp ed alla nascita di Alp , tale dicitura mette in seria discussione il fragile equilibrio che si era creato nel porto di livorno non soltanto fra art 16 e 17 ma anche tra art 16 e 16 , quindi secondo la nostra interpretazione, questa modifica è un primo passo verso lo smantellamento del lavoro portuale.

Non nascondiamoci , anche da noi ci sono imprese art. 16 che hanno sempre fatto manodopera , ma con l’ impegno da parte di tutti ( vedi patto per il lavoro )di andare verso un sistema di regole da applicare e su cui si è aperta una discussione come l’ eventualità di un art. 17 più largo, tale impegno viene minato propri da questo emendamento.

La questione del lavoro temporaneo pone quindi seri interrogativi sulle possibili ricadute sia economiche sia di qualità del lavoro nel nostro scalo.

Da valutare anche il concetto economico sulle risorse che verranno attinte da un 15% di tasse sulle merci in transito (andrebbe fatto un calcolo approssimativo) per evitare oneri a carico dello stato, al fine di poter risanare i bilanci di quei soggetti più colpiti dalla crisi e vincolate ad eventuali esodi di lavoratori “operativi” nella misura di un 5% per ogni anno ,per 5 anni o se necessario anche oltre, ma senza fare assunzioni per altrettanto tempo. Una contraddizione se si vuol dare lavoro ai giovani. Quella percentuale andrebbe perlomeno raddoppiata.

Da questo punto di vista,tale emendamento potrebbe riguardare anche realtà livornesi in sofferenza come la Compagnia o la stessa Unicoop servizi da tempo in difficoltà economica e con un certo numero di esuberi , mentre l’ Alp che sarebbe la più diretta interessata a questo emendamento, ha personale troppo”giovane”, quindi non può attivare quella riduzione annua del personale prevista per poter usufruire degli eventuali fondi per la formazione professionale e tantomeno per i possibili prepensionamenti. Almeno che non si voglia procedere a la riduzione attraverso i licenziamenti. Un bel guazzabuglio che certo acuirà ancora di più le tensioni sociali e occupazionali nel porto.

Di tutto questo nessuno sembra interessarsi , anche il sindacato è rimasto “sorpreso” .Al momento è solo il nostro partito , sempre più piccolo ma vigile e attento ai problemi dei lavoratori, che vede il pericolo di un peggioramento delle condizioni del lavoro sulle banchine ed una agguerrita concorrenza al ribasso sul lavoro temporaneo perché il soggetto unico art. 17 a quel punto non avrebbe più senso .

Domanda : ed i lavoratori di quell’ impresa? Che fine faranno?

Non ci sembra il caso di sottovalutare il problema , basta che nelle dovute sedi , visto che ormai è legge, si discuta sull’ applicazione di questa norma e magari di aggiustarla nella discussione sulla riforma portuale . Da questo punto di vista noi ci siamo già attivati presso l’ A.P. per aver un confronto chiarificatore in merito, ed in seguito convocare una riunione dei lavoratori del porto.

Sarebbe il caso che anche da parte delle rappresentanze sindacali , ci fosse più informazione e si attivasse una discussione nei luoghi di lavoro . A meno che non vada bene così: basta dirlo!

Il Segretario Circolo Porto Livorno Rifondazione Comunista

Luigi Moggia

 

Testo integrale della nuova modifica.

108. All’articolo 17 della legge 28 gennaio

1994, n. 84, dopo il comma 15 è aggiunto

il seguente:

«15-bis. Qualora un’impresa o agenzia che svolga esclusivamente o prevalentemente fornitura di lavoro temporaneo, ai sensi del presente articolo, nonché dell’articolo 16, versi in stato di grave crisi economica derivante dallo sfavorevole andamento congiunturale, al fine di sostenere l’occupazione, di favorire i processi di riconversione industriale e di evitare grave pregiudizio all’operatività e all’efficienza del porto, l’ente di gestione del porto può destinare una quota, comunque non eccedente il 15 per cento, delle entrate proprie derivanti dalle tasse a carico delle merci imbarcate e sbarcate, senza ulteriori oneri a carico del bilancio dello Stato, a iniziative a sostegno dell’occupazione, nonché al finanziamento delle esigenze di formazione dei prestatori di lavoro temporaneo e per misure di incentivazione al pensionamento di dipendenti o soci dell’impresa o agenzia. I contributi non possono essere erogati per un periodo eccedente cinque anni, o comunque eccedente quello necessario al riequilibrio del bilancio del soggetto autorizzato alla fornitura di lavoro temporaneo, e sono condizionati alla riduzione della manodopera impiegata di almeno il 5 per cento all’anno. Per tutto il periodo in cui il soggetto autorizzato beneficia del sostegno di cui al presente comma, non può procedere ad alcuna assunzione di personale o all’aumento di soci lavoratori».

 

 

 

 

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