Politica dei rifiuti: la vera ipocrisia

L’iter della discarica è partito nel 2008 e si è concluso nel 2011 con la dichiarazione di fine lavori, un procedimento che ha abbracciato i due mandati di Cosimi e che ha visto lo schieramento, riproposto oggi come novità, dividersi in feroce polemica. Un iter che oggi 10 marzo 2014 la magistratura ha, con sentenza definitiva, proclamato esente da vizi. Questo mette in evidenza le passate macerie di una coalizione, ormai lontana dai cittadini, che cerca di scaricare colpe e decisioni su altri, e su cui ancora si vuole scommettere. Si pensi tra l’altro alla polemica tra alleati, innescata sul mega termovalorizzatore. Una proposta industriale mai realmente avanzata e concretizzata in mancanza di un piano regionale dei rifiuti. Dopo la demagogia utilizzata nel dibattito politico, da chi brindava allegramente sulla strada del Limoncino, abbiamo oggi la triste realtà di lavoratori disoccupati e di un’azienda sull’orlo del fallimento. In compenso abbiamo il porta a porta che sembra il toccasana di ogni male.

Oggi sulla sentenza emessa cosa dice la questa armata Brancaleone di alleati litigiosi che si candidano a governare per altri 5 anni la città? Si abbandonerà la strada giudiziaria per trovare una soluzione politica? Le primarie di idee che idea ha partorito sui lavoratori dell’azienda Bellabarba? E su tutte quelle piccole imprese della zona del Picchianti, che hanno chiuso a causa anche della eccessiva imposizione fiscale locale? La lezione politica che dobbiamo trarre dal passato è che il futuro prossimo dovrebbe essere fondato, per dare una vera speranza alla nostra città e ai nostri giovani, su una maggiore coesione politica e su una spinta verso un obiettivo comune del centro sinistra, che non sia il potere fine a se stesso. Possiamo ancora permetterci di dare un voto a scatola chiusa senza alcun impegno in questo senso? E’ un appello disperato che raccogliamo tra la gente e che mettiamo sul tavolo della politica cittadina.

Abbiamo una coalizione più attenta alla dilatazione della spesa pubblica e della tassazione (noi Livornesi con Tares, imu e Tia arretrata ai circoli nautici, per adesso rimandata ad arte a dopo le elezioni, lo sappiamo bene) anziché allo sviluppo degli investimenti privati in un territorio in crisi e in profonda deindustrializzazione. La partecipazione alle primarie sarà la cartina di tornasole di una maggioranza solida nei circoli di partito (forse), ma assai debole tra le persone che non percepiscono la novità. Una alleanza così litigiosa, che occorrerà più di un kit di montaggio dell’ikea per tenerla insieme, parafrasando un bravissimo comico, tanto le viti e i pezzi che avanzano li ingoiamo noi cittadini. Una alleanza che non ci piace.

Marco Ristori

Portavoce Livorno Democratica

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