“Più rispetto per i nostri monumenti, iniziamo dal Villano”. L’assessore risponde: 400 mila euro per un restyling completo

"Da una relazione accurata è emerso che occorrono almeno 400mila euro per restaurare i monumenti con problematiche più critiche e si tratta di una stima prudenziale"

Buonasera,
sono un vostro lettore di 21 anni, per la cronaca provai anche a far presente ciò al Sindaco tramite email qualche anno fa, ma senza mai ricevere risposta. Si tratta dello stato di degrado in cui si trova la statua del Villano Livornese sugli Scali d’Azeglio, eretta in ricordo dell’assedio di Livorno nel 1496, battaglia in cui poi i fiorentini (“possessori” della città a quell’epoca) modificarono lo stemma di Livorno aggiungendoci il nostro amato FIDES, per la nostra fedeltà appunto, rimanendo ai posti di combattimento e scacciando l’esercito di Massimiliano I d’Asburgo, Imperatore del Sacro Romano Impero per 25 anni. Sono dell’idea che quel monumento dovrebbe essere motivo d’orgoglio per noi, un simbolo che sta a rappresentare il nostro modo di essere, dovremmo spiegare e raccontare ai nostri concittadini la nostra storia, specialmente ai giovani che di questi tempi vogliono scappare credendo che la nostra città sia vuota; se questa storia fosse capitata in America o chissà dove, come minimo ci avrebbero fatto un film e noi avremmo riempito le sale dei cinema invidiando i diretti eredi di quelle persone.
Vorrei che con questa esposizione si sensibilizzasse il volere e anche il dovere, amare o comunque rispettare, il proprio giardino prima di disprezzarlo e innamorarsi di quello altrui; troppo facile decantare la pulizia e il rispetto delle grandi città europee se poi quando torniamo sputiamo a terra o lanciamo gli accendini finiti in mezzo alle aiuole (ai piedi del monumento citato c’è di tutto, senza contare l’erba alta più della statua stessa). Sarebbe gratificante per me, che voi di Quilivorno.it, diventaste una sorta di portavoce, con un vostro ipotetico articolo o la pubblicazione di questa stessa email facendo così avvicinare magari molti giovani che, leggendo lo scritto, potrebbero informarsi e far girare la voce facendo crescere rispetto per quel monumento che si merita tutto tranne il degrado.
Mi rendo conto che probabilmente ci sono cose di cui ignoro l’esistenza, per esempio le spese economiche per restaurare o mantenere i monumenti decorosi; ma non voglio certo sculture sfavillanti o chissà che, il rispetto però sì, non vi è nemmeno un cartello informativo come si trova nelle altre sculture della città e non solo è una mancanza di rispetto per la nostra storia, ma anche per il paesaggio stesso.

Ale Bernini

Ringrazio Quilivorno.it per l’opportunità di rispondere ad una lettrice giustamente sollecita verso lo stato di un monumento come quello al Villano e di una piazza importante come Largo Rosselli. Condivido l’osservazione che al decoro devono concorrere anche il comportanteo e il civismo dei cittadini, ma ci sono comunque compiti più specifici che riguardano l’amministrazione.
Quando ho ricevuto la lettera ho prima di tutto fatto un sopralluogo in piazza Rosselli. E devo dire che approssimandosi la primavera, l’ufficio giardini aveva già effettuato una rasatura del prato che quindi risulta in buone condizioni. Del resto, come poi mi ha precisato l’ufficio preposto, “lo standard manutentivo del verde per quell’area nel nostro piano di gestione è di tipo “B” e prevede circa 8/10 sfalci/anno a seconda dell’andamento stagionale e comunque circa uno al mese nei periodi di maggiore crescita del tappeto erboso (primavera ed autunno).Sicuramente prima di ogni sfalcio la situazione sarà un po’ al limite ma occorre tenere presente che la manutenzione è di tipo programmata e certa a cadenza regolare (condizioni meteo permettendo deleteri soprattutto i periodi particolarmente piovosi che non ci consentono di operare). La potatura delle piante trattandosi di oleandri in forma libera avviene ogni due/tre anni ed è finalizzata ad una potatura di contenimento (è stata appena eseguita)”.
Quanto al monumento è bene ricordare che la scultura che sormonta la fonte del villano in largo Fratelli Rosselli è opera in bronzo di Vitaliano De Angelis e Giulio Guiggi e fu inaugurata nel 1956. Dunque si tratta di un’opera che possiamo considerare pressoché contemporanea.
In precedenza, nell’area dello scomparso Bagno dei forzati e ad ornamento di una fonte, era stata eretta una statua in pietra, da alcuni attribuita a Romolo del Tadda, andata perduta già nel XVI secolo. In occasione del 3° centenario dell’elevazione a città di Livorno, nel 1906, sull’antica fonte fu collocata una nuova statua in gesso, opera di Lorenzo Gori, che però già tre anni dopo fu rimossa a seguito degli sventramenti per il risanamento del quartiere di Sant’Antonio.
Questo per quanto riguarda la storia. Quanto alle condizioni l’ufficio preposto mi assicura che il monumento è in condizioni accettabili: “La statua che rappresenta la figura maschile si presenta in buone condizioni, ma caratterizzata da presenza di patina biancastra localizzata soprattutto nella parte superiore e posteriore. Una mancanza di modeste dimensioni è visibile sulla spada. La superficie bronzea della statua del cane è integra ma coperta da patina biancastra diffusa”. Sulla base dell’osservazione diretta (ci passo nella buona stagione quasi tutti i giorni in bicicletta) e delle valutazioni degli uffici direi che appare eccessivo parlare di degrado e abbandono. Ma apprezzo l’attenzione e l’amore per un monumento che ricorda una vicenda eroica lontana, quando i livornesi difesero la loro città dall’assedio degli imperiali nel 1496 (vedi il romanzo storico edito da Erasmo “L’assedio di Livorno” di Giulio Cesare Carraresi che reca in copertina proprio il nostro monumento).
La situazione dei monumenti in città richiede urgenti e cospicui interventi. Da una relazione accurata è emerso che occorrono almeno 400mila euro per restaurare i monumenti con problematiche più critiche e si tratta di una stima prudenziale. Comunque spero proprio che ai primi di aprile, con la buona stagione, inizierà il restauro dei 4 Mori, grazie ad una sinergia tra Comune e Fondazione Livorno e che sono in corso iniziative concrete per altre realtà monumentali. E’ evidente che la prossima amministrazione dovrà (se potrà, non dubito che vorrà) avviare un progetto pluriennale di restauro, attivando anche sinergie con operatori privati (come è stato fatto con il monumento ai caduti del 1849 di Lorenzo Gori grazie al sostegno del Soroptimist ): in fondo bastano circa 80mila euro l’anno per ottenere in cinque anni risultati apprezzabili.

Mario Tredici, assessore alle culture del Comune

Riproduzione riservata ©