Moby Prince, la nostra nuova iniziativa per la verità è una pressione mail ai parlamentari

Il Ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri lo ha segnalato in quindici righe: qualsiasi interrogazione parlamentare sul Moby Prince che ancora tenti di percorrere strade indiziarie già valutate dalla magistratura è destinata ad un nulla di fatto.  Chi conosce a fondo questa vicenda sa bene che l’accertamento di una “verità” storica più completa su quanto accaduto la notte del disastro – e nel periodo seguente relativamente ad esso – passa da una strategia molto precisa e tarata intorno ai margini di ricerca ancora possibili. Questo perché ogni operazione legata ad una strategia sensazionalistica è destinata, con alta probabilità, a risultare infruttuosa, poiché si regge su elementi già smontati dal, seppur fragile e opinabile, operato della magistratura livornese e fiorentina. Non a caso l’unico elemento in grado seriamente di riaprire degli scenari differenti in termini giudiziari è infatti quello richiamato nell’Appello per la creazione di una Commissione Parlamentare d’Inchiesta sul Moby Prince da Loris Rispoli e Angelo Chessa: la revisione delle prove documentali relative ai tempi di sopravvivenza sul Moby Prince. Senza il riconoscimento del principale errore, direi “consapevolmente operato”, dal collegio giudicante del Primo processo Moby Prince ogni ulteriore sforzo si rende vano, poiché il dichiarare la morte rapida di tutte le vittime in un arco temporale che va dai 20 ai 30 minuti dopo la collisione equivale allo scagionare ogni responsabile del fatto, ad eccezione dei supposti responsabili colposi dell’impatto tra il Moby Prince e l’Agip Abruzzo: ovvero chi era nella “plancia” del traghetto e il già condannato in appello – benché non punito per le attenuanti generiche – terzo ufficiale dell’Agip Abruzzo, Valentino Rolla, reo di non aver attivato i segnali anti-nebbia.
Qualora fossero ritenute finalmente valide le risultanze della perizia Chiarotti e Fiori circa tempi di sopravvivenza a bordo del Moby Prince che nel caso di alcune vittime andarono ben oltre le 2-3 ore, tutto lo scenario cambierebbe radicalmente. E’ bene ricordare che Chiarotti e Fiori dichiarano infatti altissime probabilità che molte delle persone decedute nel Moby Prince respirarono gas tossici per ore, poiché entrarono presto in una condizione detta di “incapacitazione“, che prende avvio con la perdita di coscienza e si conclude con la morte.
Persino l’assurda negazione del “dolo eventuale” rispetto alla riconosciuta “rimozione ad alta intensità di dolo” dei sistemi di sicurezza anti-incendio sul Moby Prince, verrebbe quindi a decadere accettando la tesi di Chiarotti e Fiori, perché condivisa l’idea che molte vittime sopravvissero per ore a bordo del Moby Prince incendiato, senza perfetto funzionamento dei sistema anti-incendio, è evidente che, qualora questi ultimi fossero entrati completamente in funzione, un numero maggiore di persone avrebbe avuto un livello di capacitazione maggiore e quindi avrebbe potuto tentare di mettersi in salvo con l’uso completo del proprio corpo. Basterebbe questo per aprire, ad esempio, un nuovo procedimento giudiziario a carico del responsabile dell’allora Nav.ar.ma spa, Vincenzo Onorato, così come del Comandante della Capitaneria di Porto, Sergio Albanese.
Per raggiungere tale obiettivo – il riconoscimento finale della correttezza della tesi Chiarotti e Fiori circa il lungo tempo di sopravvivenza di molte delle vittime della Moby Prince (ne basterebbe una) – serve sicuramente la costituzione di una Commissione Parlamentare d’Inchiesta sul Moby Prince, quale quella richiesta nell’Appello dai rappresentanti dei familiari delle vittime e supportata dalla campagna #IoSono141.
La Campagna #IoSono141 lancia quindi una nuova iniziativa: pressione EMAIL ai PARLAMENTARI della Repubblica Italiana CHIEDENDO LA COSTITUZIONE di una COMMISSIONE PARLAMENTARE D’INCHIESTA SULLA VICENDA MOBY PRINCE BASATA SULL’APPELLO DEI FAMILIARI DELLE VITTIME.

LORIS RISPOLI, Presidente Associazione 140
ANGELO CHESSA, Presidente Associazione 10 Aprile

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