Non siamo delinquenti, chiediamo un tetto e risposte a queste domande

LA PROTESTA IN CONSIGLIO CON STRISCIONI E CATENE – LEGGI QUI

L’ amministrazione comunale ha il dovere civico e morale di pensare ai cittadini più bisognosi che hanno perso il lavoro e di conseguenza la casa. Le persone chiamate a governare la città, sono purtroppo troppo lontane dalla realtà quotidiana, dai problemi veri che ogni giorno colpiscono sempre più persone. Forse, per questo, non se ne occupano in modo consapevole e responsabile; forse, quando non si vive la situazione in prima persona e’ facile dire “prima o poi…. in qualche modo… si troverà una soluzione…”. Quando però, chi è in difficoltà reale, va oltre, domanda “Quando?” “Dove?” “Come?”, le risposte non vengono mai date, se non in maniera ancora più vaga, frammentaria,contrastante.
Chi occupa le strutture? La risposta è semplice e scontata: persone che hanno perso il lavoro fisso, che si “arrabattano” – come si dice a Livorno – ogni giorno con qualche lavoretto saltuario, famiglie con figli che si sono viste portar via dalla crisi tutto: lavoro, casa, sicurezze. Persone che, perdendo tutto, hanno deciso di non perdere la dignità, di non lasciare che chi la crisi l’ha creata potesse anche godere a vederli su una panchina, sotto un ponte, alla stazione, in macchina. Hanno deciso di occupare stabili interamente abbandonati, in molti casi da più di 5 anni. Stabili vuoti, distrutti, da ricostruire e “ristrutturare” a mini-appartamenti in cui poter avere un’intimità, un letto e un posto dove mangiare. Nessun sovversivo, nessun famigerato bandito della strada. Persone. Nient’altro. Siamo persone che si sono conosciute in un momento tragico della vita, abbiamo unito le forze e i pochi mezzi che avevamo e, con essi, cerchiamo ogni giorno di rendere le strutture più vivibili possibile. Ogni famiglia occupa una stanza senza riscaldamento, senza acqua, senza bagno. Condividiamo docce e gabinetti, a volte cucine e buona parte della nostra quotidianità. Ma abbiamo un tetto. Un tetto che l’amministrazione ci nega, ci ha negato e, allo stato dei fatti, continuerà a negarci. Siamo stati attaccati e giudicati ingiustamente, trattati come delinquenti che non hanno altro da fare se non interrompere il lavoro di onesti lavoratori. Siamo stati minacciati di ricevere denunce penali solo perché volevamo essere ascoltati. Ancora una volta in consiglio comunale è stata una manifestazione pacifica.
Le catene erano un modo per dire “non ci muoveremo da qua fino a che non avremo delle risposte”, e le risposte, nuovamente non le abbiamo ricevute. Solo promesse, parole. Le stesse di sempre, pronunciate dal Sindaco senza alcuna cognizione di causa, senza un filo logico che le collegasse alle nostre domande. Parole da scarica barile, per sviare da quelle risposte reali che bruciano troppo. Parole e promesse che hanno alimentato ancora di più la nostra disperazione e rabbia. Adesso pretendiamo un impegno concreto da parte di tutti, assessori, consiglieri comunali e sindaco. Impegno che porti ad una soluzione umana e dignitosa per chiunque sia nella nostra condizione, consapevoli del fatto che questi aumentano ogni giorno e che qualunque tipo di lotta viene fatta per tutti e tutte, senza privilegi o scorciatoie, perché le soluzioni devono arrivare, per tutti. Altrimenti rimangono vili tamponamenti, e più che una vittoria sarebbero un’altra presa in giro.
Pretendiamo di non finire nel dimenticatoio, vittime di burocrazia, di leggi obsolete, spesso inique e con regole senza senso, perché abbiamo gli stessi diritti di chi ha la fortuna di avere ancora un lavoro e una casa, o ha comunque la fortuna di essere salvaguardato dalle nuove leggi che proteggono la prima casa e la dignità di chi ci abita.

Adesso, pubblichiamo le richieste fatte ieri al Sindaco e a tutta la giunta e per le quali non c’è stata alcuna risposta:

– Che sia pubblicato il regolamento secondo il quale vengono assegnati e decurtati i punteggi nelle graduatorie delle case popolari.

– Chiediamo più trasparenza nelle informazioni durante lo sportello casa, meno rimandi ai vari uffici e finalmente qualcuno che faccia realmente il servizio per il quale è pagato.

– Chiediamo un censimento delle case del patrimonio Casalp sfitte, murate, con grate, assegnate a persone decedute, o che non abitato a tutti gli effetti nella casa.

– Chiediamo il blocco degli sfratti subito, almeno finché non ci saranno soluzioni immediate e paritarie sia per chi andrà a perdere la casa in futuro, sia per chi è già fuori e viene ritenuto “già sistemato” ma in condizioni illegali.

– Di conseguenza, chiediamo la legalizzazione delle strutture già occupate (dal comitato casa dell’Ex Caserma Occupata e non) considerandole effettiva Emergenza Abitativa, con i diritti che ne conseguono.

– Chiediamo di adibire le molteplici strutture pubbliche vuote e inutilizzate da anni a Emergenza Abitativa, vista l’assenza di soluzioni da parte del Comune ad una richiesta sempre maggiore di aiuto su questo fronte.

– Chiediamo di mantenere, nelle strutture comunali di emergenza, quei requisiti che appartengono ad una normale abitazione, come ad esempio poter tenere con se’ gli animali domestici già facenti parte del nucleo familiare, cosa che al momento è vietata e, di conseguenza pone il nucleo a dover scegliere tra abbandonare l’animale e avere un tetto sopra la testa o restare in strada o in situazioni di “illegalità” ben note (occupazioni). Scelta imposta da chi, secondo le leggi dello Stato, dovrebbe tutelare gli animali dall’abbandono e punire chi commette questo reato.

– Chiediamo che sia possibile prendere una residenza di soccorso, requisito fondamentale per avere quei diritti dotati di esenzioni in base al reddito quali assistenza sanitaria totale, tasse scolastiche per i figli, ecc. Che questa sia finalmente, realmente funzionale e per tutti, cosa che al momento non è.

– Che, infine, in consiglio comunale, si parli dei veri problemi che affliggono la città, che non riguardano le palme o la viabilità del “corridoio dei turisti che dal porto vanno a visitare altre città toscane” ma riguardano la ripresa economica e sociale di una città che è soffocata dalle ceneri delle scelte sbagliate di tutta l’amministrazione comunale.

Queste, le nostre richieste. Queste, le mancate risposte del Sindaco. Questo, il motivo per cui siamo rimasti e rimaste in consiglio dopo il suo breve e vago discorso, almeno fin quando la desolazione di una stanza svuotata da chi dovrebbe esser lì a lavorare e darci risposte, ci ha costretto a uscire.

Gli occupanti delle strutture e alcuni sfrattati

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