Il progetto Tirrenica e il ‘gioco delle tre carte’

Con l’estate, sono tornati gli esodi delle auto dirette verso le tradizionali mete delle vacanze al mare lungo la costa della nostra provincia. Di conseguenza, anche per gli stessi media, si è riproposto alla ribalta l’annoso tormentone collegato alla realizzazione dell’Autostrada Tirrenica.

A fronte dell’ultimo annuncio da parte di SAT, la quale ha per l’ennesima volta fornito rassicurazioni sul prossimo futuro del progetto, rimane difatti tutt’oggi insoluto l’interrogativo su chi si accollerà i costi relativi al mancato pedaggio, considerato che l’esenzione per i residenti e le aziende insediate nei territori attraversati dalla futura Autostrada rappresentano una ‘conditio sin e qua non’ per il via libera ai lavori da parte dello stesso Presidente della Regione Enrico Rossi. Tutto questo sempre a patto che l’opera non si trasformi in un mero ‘adeguamento’ della situazione pre esistente, com’è avvenuto nel tratto della superstrada reso già praticabile.

Serviranno infatti oltre due miliardi di euro ai fini della trasformazione da Aurelia ad Autostrada a pagamento. Se saranno accolte le richieste della Regione per la gratuità dei pedaggi per tutti i residenti delle province di Livorno e Grosseto che non possono usufruire di valide viabilità alternative, i finanziamenti per la realizzazione dell’ opera dovranno giocoforza giungere dalle casse dello Stato, sotto forma di sgravi fiscali o di rinuncia a canoni in teroria ed esso spettanti. Eppure Mario Bergamo, Amministratore Unico, aveva già a suo tempo espresso palesi dubbi sulla disponibilità del Governo di farsi carico della differenza d’incasso, attraverso un finanziamento statale o la defiscalizzazione.

Toni cupi che si addensano all’orizzonte della provincia livornese, rimasta doppiamente penalizzata: dopo il danno patito con la rinuncia per l’ennesima volta al progetto di collegamento Maroccone-Chioma, resta più che reale il pericolo del mancato finanziamento da impiegare in opere compensative. Patemi che affliggono anche i comuni che confinano con la Bassa Val di Cecina.

Il braccio di ferro per l’ottenimento dell’esenzione del pedaggio da 60 centesimi attualmente in vigore lungo tre ‘miseri’ chilometri che uniscono Rosignano a S.Pietro in Palazzi resta uno sforzo estenuante nella trattativa con i vertici SAT. Senza dover aggiungere che, anche il resto della nuova Tirrenica, diverrebbe ben presto una triste primatista in materia di ‘caro auto’: percorrere una strada oggi gratuita verrebbe a costare all’utenza infatti circa 20 centesimi al chilometro. Una tariffa da considerarsi davvero ‘fuori mercato’, non solo entro i confini nazionali ma anche in tutto il resto del Vecchio Continente.

“Eppure, è incontrovertibile che la progettazione di un sistema economico appetibile, comprensivo di insediamenti produttivi, non possa rinunciare ad infrastrutture efficienti, per non lasciarsi sfuggire occasioni di sviluppo preziose per l’intera fascia costiera provinciale – sottolinea il Presidente dell’AC labronico Franco Pardini – Così facendo, invece, si continuano a riverberare i costi delle infrastrutture unicamente sulle spalle di una sola categoria specifica come quella degli automobilisti, omettendo peraltro che il progetto iniziale prevedeva al contrario di attingere risorse da enti sovranazionali. I termini del progetto di riconversione del tratto stradale infatti vennero esposti pubblicamente in maniera ben differente. Il tracciato, che doveva risultare con una funzione di servizio al completamento di una più estesa rete viaria, in realtà è diventato un elemento autonomo, utile soltanto al reperimento di risorse economiche da destinare alla manutenzione delle infrastrutture. Un modus operandi poco corretto. Sino ad oggi infatti, si è operato in direzione completamente opposta a quanto promesso sulla carta: la Pubblica Amministrazione deve schierarsi a tutela della realtà locale, non può e non deve rendersi complice in questa sorta di ‘gioco delle tre carte’. Un confronto impari, truccato, al quale nessuno vorrebbe partecipare. E dove la cittadinanza, in qualsiasi maniera essa agisca, finisce con l’uscire ingannata e perdente”.

 

 

 

 

 

 

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