Il delitto perfetto esiste. Dobbiamo introdurre l’omicidio stradale

Erano in cinque su quella macchina, un’inversione a U, lo scontro, la tragedia. Un ubriaco romeno uccide due persone e ne ferisce altre tre. Un bilancio pesantissimo si è abbattuto su Collesalvetti (Li) la notte di Halloween.

Esattamente una settimana fa ho avuto modo di partecipare ad un incontro, organizzato a Firenze dal Movimento Giovani Toscani della Lega Nord in collaborazione con Azione Universitaria e alcune associazioni locali, sull’opportunità di introdurre il reato di omicidio stradale volontario. Si tratta, in pratica, di una nuova fattispecie di reato che mira a punire tutti coloro che, ubriachi o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, si metto al volante, rendendosi poi colpevoli della morte di altre persone. Il sistema oggi prevede invece l’imputazione di “omicidio colposo”, con le aggravanti del caso certo, che però non impediscono all’assassino (io tale lo definisco) di essere fuori dal carcere dopo due o tre anni come se nulla fosse successo.

A prescindere dal fatto che tale proposta possa essere ritenuta corretta o meno (deve poi essa chiaramente essere analizzata nel dettaglio e coordinata con altri elementi, quali quelli soggettivi del dolo e della colpa), lasciamo da parte i falchi, le colombe, i giaguari, e concentriamoci su ciò che davvero può far la differenza e che riguarda tutti noi.

Dolores Scotto di Perta, Commissario Lega Nord – sezione di Livorno

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