Giannini: le pillole di Settis sulla Costituzione veri e propri squarci di luce

Il prof Settis ospite dell’Anppia Livorno è stato intervistato da Francesco Gazzetti , in occasione del ricordo della prima caduta di Mussolini avvenuta la notte tra il 24 ed il 25 Luglio del 1943, sul palco anche il lucidissimo Garibaldo Benifei insieme a Spartaco Geppetti.
Il punto di partenza dell”esposizione e’ stata la terribile scollatura tra politica dei cittadini e politica del palazzo , visto che ad esempio ci sono 30 mila associazioni di cittadini che tutelano i beni culturali ed il valore del bello e del sapere mentre nessun partito inserisce questi punti come elementi di discussione prioritari nel proprio programma sostanziale .
Le pillole di Settis sono state squarci di luce che hanno davvero aperto le menti degli ascoltatori , perché talvolta niente e’ più illuminante dell’ovvio e del già conosciuto.
i bombardamenti mediatici pro Renzi rischiano di presentare ai cittadini uno scenario che vede un laborioso fiorentino che cerca di migliorare l’Italia attraverso riforme fatte in collaborazione con Silvio, bloccato da guastatori di feste che cercano di impedire il lavoro a chi ha voglia di cambiare il paese. L’incontro all’Arena Fabbricotti ha avuto il merito di rovesciare il punto di vista. Il prof Settis ha posto l’accento su questioni semplici ma potenti e dirimenti. Intanto prima di cambiare una costituzione questa dovrebbe essere applicata e la costituzione italiana un capolavoro di ricchezza politica e purtroppo ancora, come la definì Calamandrei, la grande incompiuta. i principi di tutela ambientale , di rimozione degli ostacoli che impediscono l’uguaglianza sostanziale sono ampiamente disattesi da 66 anni. Aristotele sosteneva che quando una costituzione prima di applicarla si modifica in realtà si snatura l’impianto di questa. Il professore ha anche sottolineato che Dossetti, Togliatti, Croce ecc… erano stati eletti nell’assemblea dal popolo per scrivere la costituzione e chi la dovrebbe modificare? un parlamento di nominati che hanno il compito di fare leggi ordinarie e non di mettere in discussione l’impianto costituente. Inoltre anche questo governo non e’ stato eletto e come il risultato delle europee e’ stato eccellente, per Renzi, nella percentuale ma non nel numero dei voti, perché il numero dei votanti e’ comunque in calo, rispetto a quando e’ nata la repubblica. Anzi a parere di Settis i partiti forti ed organizzati sono soddisfatti della diminuzione dei votanti perché questo consente di tenere alte le percentuali. La lezione ha voluto anche mettere in evidenza come la resistenza non deve essere letta come un periodo storico ma come un diritto fondamentale da adottare in ogni fase storica., ha preso per questo come esempio la costituzione dello stato della Virginia prima del 4 Luglio 1776, la costituzione partenopea del 1799 che consideravano la resistenza una prerogativa indiscutibile del cittadino, per questo Dossetti voleva inserire anche nella nostra carta un articolo del genere questo non avvenne, non perché non ci fosse accordo su questo, ma perché veniva considerata implicita nel senso della carta, per questo prima di cambiarne una sola virgola occorrerebbe applicarla, perché dopo le modifiche potrebbe cambiare il senso. Altrimenti l’unica modifica da fare sarebbe quella di inserire l’articolo dossettiano mancante, perché la resistenza non e’ stata una fase ma un qualcosa che deve essere perpetuo, per questo Calamandrei ha scritto ora e sempre Resitenza, il concetto temporale di sempre e’ indiscutibile.
Quindi la spinta dinamica che giunge da questa meravigliosa serata e quella di resistere al tentativo di Renzi di modificare una carta che ha un’unica colpa , non essere stata applicata ed e’ importante che i cittadini non cadano nel tranello, come avvenne nei referendum del 93 di pensare che il cambiamento sia comunque positivo, perché nella storia quando si cambia talvolta si peggiora ( ricordiamoci cosa avvenne il 27 marzo del 94), specialmente se si diminuisce la dimensione dei diritti e della partecipazione ( aumento del numero di firme per referendum e petizioni) e sopratutto se a modificare la carta frutto del sangue dei partigiani sono un gruppo di nominati , tra questi anche qualcuno che sdogano’ il movimento sociale italiano di Fini ovvero Berlusconi.

Lamberto Giannini

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