Compensi e analisi oggettiva sui dirigenti, pronti ad appoggiare il Pd se…

All’art. 3 c. 5 del contratto collettivo nazionale del personale dirigente del 22 febbraio 2010 si ribadisce il principio che ai dirigenti locali spetta l’adozione dei provvedimenti amministrativi e la gestione finanziaria, tecnica e amministrativa mediante autonomi poteri di spesa. Con la riforma Brunetta, D. Lgs. 150/2009 che è andato a modificare il D. Lgs. 165/2001, si sottolinea che la revoca di un dirigente è conseguenza del mancato raggiungimento degli obiettivi fissati o della violazione delle direttive degli organi di governo. Fino ad ora si è scritto tanto su come deve essere rilanciata la città, senza fare processi, dobbiamo analizzare sia i risultati della politica sia quelli dei dirigenti, fino ad ora intoccabili. In tempi non sospetti Livorno Democratica ha iniziato ad analizzare questi aspetti. Finalmente il segretario del PD Jari De Filicaia ha dato voce ha questa esigenza della città se non addirittura del paese. La sorpresa è stata la levata di scudi a difesa dei privilegi di coloro che vogliono essere alternativi e contro la stasi della città, dove si è parlato di intimidazioni, di regime totalitario, sparando tutta una serie di battute, in cui noi Livornesi siamo molto bravi. Non si può continuare a chiedere il conto sempre ai soliti, si chiede sacrifici, rigore, responsabilità per poi alzare subito gli scudi se il segretario del partito di maggioranza della città comincia mettere sotto esame i privilegi di alcune categorie. I Dirigenti non hanno la busta paga ferma da anni come gli insegnanti, non sono precari, non devono decidere come molti imprenditori, se pagare le tasse, i fornitori o i dipendenti, se poi guardiamo la situazione di molte famiglie è ancora più tragica …. Ci saremmo aspettati che fosse colta l’occasione per introdurre a livello locale una serie di criteri e regolamenti che tutelassero i dirigenti effettivamente in linea con gli obiettivi di efficacia, efficienza ed economicità, senza premiare gli altri; avremmo voluto leggere interventi volti a collegare una parte maggiore della retribuzione al raggiungimento dei risultati, non una difesa sorda e cieca della categoria. Non ci meraviglia che alcuni dirigenti guadagnino molto se a questo guadagno corrisponde un risultato e una responsabilità pesante sulle decisioni che vengono prese. Quello che ci meraviglia è – al contrario – che tutti questi dirigenti siano da premiare. Che siano proprio tutti così ugualmente bravi? E’ difficile da credere. Non accade in alcun consesso umano. Oggi il vero rinnovamento è non difendere gli interessi dei settori privilegiati e delle rendite di posizione, ma cercare di riequilibrare la bilancia dei sacrifici e dei compensi. Il prossimo appuntamento su questo tema sarà la periodica pubblicazione dei premi dei dirigenti del comune e dei compensi degli amministratori delle partecipate, ci sarà l’ennesima presa di posizione dei soliti rinnovatori vecchi e nuovi della città, questa volta scandalizzati dai privilegi, in realtà assisteremo alla presa d’atto di una occasione perduta. Tutte le componenti della politica cittadina che ambiscono ad essere forza di governo e non sterile protesta, devono concorrere a determinare dei criteri che non siano un regolamento di conti, come è stato detto, ma una maniera oggettiva di giudicare l’operato dei dirigenti pubblici di questa città, di quali criteri usare per la nomina degli amministratori, e come determinarne una parte importante del compenso in base ai risultati o addirittura se continuare o meno nel loro incarico. Se il PD coraggiosamente procederà in questa direzione avrà tutto il nostro sostegno, uno dei punti fondamentali per far recuperare la credibilità alla politica è chiamare ai sacrifici chi se lo può permettere. Saranno gli elettori a giudicare con il loro voto chi, pur continuando a definirsi nuovo, in realtà continuerà a difendere rendite di posizione e privilegi.

Marco Ristori Portavoce Livorno Democratica

Riproduzione riservata ©