Cgil: parliamo dei tagli al personale più che di regali e regole di comportamento

I dipendenti pubblici non possono ricevere regali (ma dai?!? Novità!), addirittura i vigili urbani non devono andare al bar in divisa. Come se per far lavorare l’impiegato comunale fosse consueto presentarsi allo sportello col pollo in mano o donargli la salsiccia indossata per l’occasione a mo’ di sciarpa! Come se i vigili si dessero il turno al bar tra ponci e torneini di briscola! E’ vero, quella del pubblico impiegato e del vigile urbano, non sono figure popolari. Dopo anni di ideologie “fannullonistiche” alla Brunetta e il succedersi di “riforme” che infettano la piaga burocratica non si può sperare di meglio. Ma la “funzione pubblica” serve alla vita civile di tutti i giorni, perché ignoralo? Se compriamo casa pretendiamo la garanzia del certificato di abitabilità, senza l’anagrafe non potremmo esercitare i diritti di cittadinanza nostri e della nostra famiglia, senza il controllo dei vigili su traffico, commercio, edilizia, sarebbe il caos e la spunterebbe sempre il più forte e il più furbo. E poi il sostegno alla famiglia, la scuola pubblica, i servizi sociali, se non ci fossero chi si occuperebbe dei più deboli, chi?!
La pubblica amministrazione è “antipatica” perché obbliga a rispettare le regole: per garantire i nostri diritti, per vigilare sui loro limiti. E’ necessario se non si preferisce la barbarie del medioevo. Gli impiegati comunali sono cittadini che rispettano le leggi, da sempre sottoposti a vincoli ancora più severi degli altri di correttezza e lealtà verso lo Stato. Perché allora oggi questo “clamore” per l’ennesimo “Codice di comportamento” che reitera gli stessi divieti e le stesse regole? La nuova legge contro la corruzione 190 del 2012 è la solita “legge speciale”, che non dice niente di nuovo, occupando il parlamento a rifriggere la solita aria invece di occuparsi di frenare la recessione! In nome della tiratura, i giornali rispolverano volentieri i tormentoni contro il pubblico. Il solito giochino redditizio degli ultimi governi che frutta bei titoli e la libertà di razziare le tasche dei lavoratori pubblici, confusi con la “casta”, ma che sono capri espiatori, con gli stipendi bloccati dal 2009 al 2017, come minimo, e sottoposti a ogni sorta di taglio.

Un posto di lavoro con garanzie più giuste, non fa del lavoratore pubblico un privilegiato! Invece di estendere le tutele per chi ha un lavoro a rischio o per chi non ce l’ha proprio, invece di far pagare il conto della crisi a chi s’è ingrassato alle nostre spalle – leggi evasori fiscali e aziende come la FIAT che scappano all’estero dopo aver goduto per anni di agevolazioni e incentivi pubblici – ci aizzano uno contro l’altro, in una stupida guerra fratricida tra lavoratori pubblici e privati di cui beneficia solo chi sfrutta il lavoro e si fa beffa delle regole democratiche. Una guerra rovinosa perché i pubblici impiegati sono anche madri e padri di figli con la laurea, ma disoccupati. Sono mogli e mariti di dipendenti privati, magari cassaintegrati o precari. Sono consumatori che non spendono più che il necessario, trascinando anche i piccoli commercianti e le piccole imprese nel loro impoverimento. La Giunta comunale, con il beneplacito del Consiglio, ha abolito circa la metà del piano assuntivo del 2013 per appianare i “buchi” del bilancio comunale, devastato dalle iniziative populiste del governo sull’IMU, per dirne una. 14 assunzioni mancate che colpiranno 14 famiglie e 14 giovani. Forse qualcosa si farà quest’anno, ma intanto le assunzioni nel Comune del 2014 sono azzerate. Siamo contenti così? La Segreteria aziendale CGIL non ci sta e la nostra battaglia è la battaglia del popolo livornese. Noi siamo già impegnati a condurla sul posto di lavoro, vogliamo estenderla anche all’intera società.

 Cgil funzione pubblica

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