Buongiorno Livorno: no al nuovo ospedale

Buongiorno Livorno sente la necessità di prendere posizione rispetto alle pressioni esercitate dai poteri forti toscani, ed in particolare dal Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, preoccupati per la contrarietà al progetto del nuovo ospedale, espressa anche dal nuovo sindaco Nogarin. Il fronte del no al nuovo ospedale diventa sempre più ampio, a partire da quella parte della città che in questi anni ha contribuito al referendum del 28 novembre 2010 che, pur non superando il quorum, ha visto quasi il 76 % dei votanti esprimersi contro l’opera, e dalle migliaia di firme raccolte sempre contro la realizzazione nell’ultimo anno.Si fa sempre più fatica a comprendere le esternazioni di Rossi, che usa toni vagamente ricattatori, facendo chiaramente intendere che non è disposto ad accettare passivamente lo stop alle sue volontà e a quella presunta gestione virtuosa della sanità toscana che lo vede protagonista da anni, contribuendo anche alla realizzazione dei nuovi ospedali di Prato, Pistoia, Lucca e Massa.
Questi, così come il progetto del nuovo ospedale a Montenero, si inseriscono a pieno titolo nel modello di “grande opera”, caposaldo dell’agire edilizio dei nostri tempi: il “contratto” fra grande impresa e politica a favore di una convergenza di interessi a discapito dell’interesse collettivo e del bene pubblico. La filosofia del “mattone volano dell’economia” domina lo scenario
livornese da vent’anni, assieme in questo caso alle grandi capacità ammaliatrici e di pressione delle lobby che promettono ospedali “chiavi in mano” con un’ impronta di modernità e di efficienza.
Ecco quindi la “falsa” necessità di un nuovo ospedale come quello di Livorno, con un investimento economico impressionante (266 milioni di euro destinati ad aumentare…), costruito sul fondo di rotazione della Regione – ancora da definire – , sulla vendita di immobili delle ASL – e quindi del patrimonio immobiliare pubblico – e sul project financing.
Leggendo l’appalto per l’affidamento in concessione in regime di project financing per poter così sopperire ai circa 81 milioni di euro mancanti necessari alla costruzione del nuovo ospedale, emerge la lunga lista dei
servizi sanitari da dare in appalto a soggetti esterni privati: service per le dialisi, per i laboratori centralizzati, per i servizi trasfusionali, accoglienza, archiviazione documentale, servizio di elisoccorso. E ancora: parcheggio, lavandolo, ristorazione, smaltimento rifiuti, pulizia, vigilanza, portierato, logistica, facchinaggio, trasporto salme, servizio mortuario, gestione strutture didattiche per la formazione,gestione impianti ecc..ecc. Per tutti questi servizi ASL dovrà versare per 34 anni un canone di affitto annuale di 32,7 milioni di euro. In pratica il quadro che emerge è quello di un ospedale nominalmente pubblico ma sostanzialmente privato. Fermare le privatizzazioni e la svendita delle strutture pubbliche (favorendo una gestione partecipativa e dal basso), difendere ambiente e territorio da consumo e cementificazione, garantire una sanità diffusa e territoriale, basata sulla prevenzione primaria, combattendo in primo luogo l’inquinamento per emissioni industriali: per Buongiorno Livorno questi devono essere gli obiettivi dei prossimi anni, ripartendo dal ‘nuovo ospedale’ in viale Alfieri.

Stefano Romboli – Buongiorno Livorno

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