“Assalto alla prefettura”, la solidarietà dei sindacati

A pochi giorni dall’udienza in programma per i 22 imputati nel così detto processo “Assalto alla Prefettura” oltre 50 tra iscritti, dirigenti, Rsu e Rsa della Cgil hanno sottoscritto un documento di solidarietà nei confronti dei ragazzi coinvolti in questo procedimento penale. Nella mattina di lunedì 26 ottobre si è svolta una conferenza dove si son illustrati i motivi di questa presa di posizione.
Mirco Bibbiani, dirigente Filtcem, licenziato Trelleborg. “Chi sono i delinquenti in questa città? Le multinazionali che come nel mio caso mi hanno lasciato in mezzo alla strada – ha detto davanti all’assemblea – con due figli a carico, o questi compagni che mi sono stati vicini nel momento del bisogno, e come loro sono stati al mio fianco quando mi hanno espulso dal lavoro? Io sarò al loro fianco in questa fase difficile per loro”.
Roberto Mazzanti, iscritto Spi e attivo nell’unione inquilini-  “Questi compagni danno risposte alle centinaia di famiglie lasciate per strada, senza un tetto sopra la testa, dalle istituzioni che non sono in grado di gestire l’emergenza abitativa a Livorno”.
Sull’argomento ha parlato anche Simone Selmi, Rsu Piaggio-  “In uno stato dove si vuol reprimere sempre di più il dissenso a queste politiche che colpiscono sempre le classi sociali più deboli non è accettabile che si voglia dare pene esemplari ad un sindacalista, Giovanni Ceraolo, che come me è sempre in prima fila per difendere i diritti di tutti”.
Fabio Raffaelli, Rsu Azimut Benetti- “Quello farto a Ceraolo è solo un attacco politico ad un compagno da sempre in prima fila per far sentire la voce dei più deboli”.
Alessandro Brusadin e Riccardo Bartolucci ex Rsu Trw e dirigenti Fiom –  “Con questa richiesta di pena non si fa’ altro che alzare la tensione in città, entro fine anno scadranno per centinaia di lavoratori gli ammortizzatori sociali, e se le istituzioni non danno risposte immediate i problemi di ordine pubblico che verranno fuori saranno maggiori rispetto ai fatti in questione”.
Carmine Valente, dirigente Spi – “Questo è un processo esclusivamente politico a un area ben precisa e questo noi non lo accettiamo”.
Conclude Valerio Melotti, dirigente Cgil – “Concludiamo la conferenza stampa ribadendo il nostro incondizionato appoggio a chi in citta’ in questi anni a svolto un ruolo di alto valore sociale, se qualcuno ha sbagliato che paghi, ma attenzione a non creare un castello di carta che si poggia su accuse esclusivamente politiche che con i fatti non ha niente a che vedere, come dirigenti Cgil ci dichiariamo disponibili a sostenere qualsiasi iniziativa di solidarietà di questi compagni e compagne”.

Ecco il documento sottoscritto dai sindacati

“In questi mesi abbiamo avuto l’occasione di incontrare più volte, in iniziative pubbliche e durante mobilitazioni locali, molte delle compagne e dei compagni imputate/i per il processo in oggetto che oggi stanno subendo a nostro avviso un mero attacco politico, nel quale il Pubblico Ministero ha richiesto 38 anni di carcere totale per i venti imputati, per le manifestazioni che si sono tenute a Livorno nei giorni 30 novembre e 1 e 2 dicembre del 2012.

Nella nostra città quotidianamente violentata dalle multinazionali, dagli speculatori edilizi, da imprenditori senza scrupoli, dilaniata da disoccupazione e licenziamenti, queste compagne e compagni hanno avuto spesso un ruolo di alto valore sociale sostituendosi e sopperendo alle mancanze delle istituzioni e delle amministrazioni comunali (passate e presenti), per dare risposte concrete a tutte quelle persone escluse e messe in ginocchio dalla crisi economica, finite relegate ai margini della città o gettate sulla strada. Possiamo ricordare il loro impegno nelle lotte contro gli sfratti e nel sostegno alle famiglie senza un tetto sopra la testa, nel recupero di aree abbandonate messe a disposizione della collettività, nella mensa per i disoccupati e nel sostegno alle vertenze e alle lotte dei lavoratori.

Queste battaglie, sono anche le nostre, e le riteniamo legittime non solo nei contenuti, ma anche nelle forme che sono state scelte. La fantasiosa ricostruzione giudiziaria, che attribuisce una pianificazione programmata degli avvenimenti delle tre giornate da parte di queste compagne e compagni, deve essere quindi considerata come un attacco diretto contro tutti coloro che oggi, di fronte ad una crisi economica sistemica, si vogliono opporre alle politiche di austerità e di distruzione di quello che rimane dello stato sociale. Politiche che porteranno, se non verranno fermate, a situazioni di esclusione, marginalità e sofferenza che, già oggi, sempre più ampi settori popolari e di lavoratori stanno quotidianamente vivendo anche a Livorno, e che genereranno sicuramente forme spontanee di conflittualità sociale e problemi di ordine pubblico ben più grandi di quelli fino ad oggi vissuti nella nostra città.

Non capiamo come possano essere state trascurate nella requisitoria, le dichiarazioni dove il GIP sottolineava la cattiva gestione dell’ordine pubblico in quei giorni da parte delle forze dell’ordine, e ci teniamo a ricordare che il Dirigente che ordinò le cariche, era lo stesso che, successivamente nel 2014, fu protagonista dell’ordine della violenta carica contro i lavoratori dell’AST di Terni che stavano manifestando pacificamente a Roma, coinvolgendo direttamente anche il nostro Segretario Nazionale della FIOM Maurizio Landini.

Come lavoratrici, lavoratori, delegate, delegati e dirigenti della CGIL esprimiamo dunque massima solidarietà e vicinanza agli imputati, nonostante le diversità politiche e sindacali che ci caratterizzano e chiediamo il sostegno incondizionato da parte di tutta la città perché non si arrivi ad un giudizio esclusivamente politico, che con i fatti realmente accaduti ha poco a che fare.

Ci rendiamo quindi disponibili a sostenere, coinvolgendo RSU, RSA, lavoratrici e lavoratori, qualsiasi iniziativa venga messa in campo in difesa di queste compagne e compagni”.

 

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